In occasione della Giornata Mondiale dell’Alimentazione la Federazione Italiana Agricoltura Biologica e Biodinamica sottolinea l’importanza di promuovere un metodo agricolo sostenibile per essere “Uniti contro la fame”
Produrre più cibo, in modo più sostenibile, e farlo arrivare nelle bocche di coloro che ne hanno più bisogno, con forza di volontà, coraggio e determinazione: “Uniti contro la fame” è il tema che durante tutto l’arco dell’anno ci accompagna alla Giornata Mondiale dell’Alimentazione 2010, sabato 16 ottobre, scelto per riconoscere gli sforzi compiuti contro la fame nel mondo a livello nazionale, regionale e anche internazionale.
Nel 2009 è stata raggiunta la soglia critica di un miliardo di persone che soffrono la fame in tutto il mondo, in parte a causa dell’aumento dei prezzi alimentari e della crisi finanziaria. Alla vigilia del “vertice sulla fame”, Diouf ha lanciato una petizione per riflettere l’indignazione morale su questa situazione, il progetto “1billionhungry”, abbracciato anche da FederBio, la Federazione Italiana Agricoltura Biologica e Biodinamica, per raggiungere il maggior numero possibile di firme contro la fame sul sito Internet www.1billionhungry.org.
In occasione della Giornata Mondiale dell’Alimentazione 2010 diventa quindi necessario fare una riflessione sull’agricoltura e sul suo futuro per contribuire alla sconfitta della fame, della povertà e della malnutrizione.
“Se cerchiamo un modello agricolo sostenibile – sottolinea Paolo Carnemolla, Presidente di FederBio – che salvaguardi le tradizioni e soprattutto il legame con il territorio, che sia basato sull’interazione tra le migliori pratiche ambientali, che garantisca un alto livello di biodiversità, la salvaguardia delle risorse naturali, l’applicazione di criteri rigorosi in materia di benessere degli animali, lo troviamo proprio nell’agricoltura biologica. Ricorda sempre l’intellettuale indiana Vandana Shiva, recentemente in riferimento alla situazione del suo Paese, che “abbiamo bisogno di ridurre i costi della produzione, in modo che gli agricoltori non si debbano indebitare. La sola via per farlo è promuovere l’agricoltura biologica che si è diffusa nel mondo a partire dall’India. Cambiare il modo di produrre cibo e di distribuirlo è vitale e deve essere lasciato nelle mani dei nostri agricoltori”. La crescita continua dell’agricoltura biologica in Italia, ma anche nel resto del mondo, è un segnale positivo. I consumatori che si avvicinano al biologico lo fanno anche per una questione di valori, quali la tutela ambientale, la tutela del lavoro dei piccoli produttori, della biodiversità, e il bisogno di sicurezza alimentare. Crediamo quindi, in numero sempre più crescente, che l’agricoltura e l’allevamento biologici siano l’alternativa praticabile. Il passo che fa la differenza è la trasformazione della normativa biologica in una pratica quotidiana di produzione agricola e alimentare sostenibile e di qualità, a garanzia della sicurezza in tutti i Paesi, a partire da quelli del Sud del mondo per arrivare a quelli industrializzati”.