4 giorni dedicati alla promozione del Bio Made in Italy, che hanno visto la presenza di 100 buyer provenienti dal Nord e dal Sud America e dall’intera Europa impegnati in oltre 800 incontri faccia a faccia: l’accordo Federbio, Ministero dello Sviluppo Economico e ICE per l’internazionalizzazione del biologico italiano ha permesso di raggiungere questi risultati durante la 21° edizione di Sana di Bologna.
IL TEMA DELL’INTERNAZIONALIZZAZIONE È STATO IL MOTORE ATTORNO AL QUALE MOLTE DELLE INIZIATIVE ORGANIZZATE DALLA FEDERAZIONE E DA ICE, IN COLLABORAZIONE CON BOLOGNA FIERE, DURANTE IL SALONE INTERNAZIONALE DEL NATURALE SONO STATE SVILUPPATE. OLTRE ALLO STAND “BUYERS LOUNGE”, BASE DEGLI INCONTRI B2B TRA OPERATORI ITALIANI ED ESTERI, IL CONVEGNO “MODELLI DI SUCCESSO NELLA VENDITA DI PRODOTTI BIOLOGICI: CONFRONTO FRA LE MAGGIORI CATENE DISTRIBUTIVE ITALIANE E NORD E SUD AMERICANE” TENUTOSI VENERDÌ 11, È STATO UNA PROFICUA OCCASIONE PER METTERE A CONFRONTO I MODELLI ADOTTATI DA DUE REALTÀ ITALIANE DIFFERENTI TRA LORO, COOP ITALIA, COME CASO DELLA GDO, E NATURASÌ-GRUPPO ECOR, COME SIMBOLO DELLE CATENE SPECIALIZZATE, E LA BRASILIANA PÃO DE AÇUCAR E LE AMERICANE WHOLE FOODS E INTEGRATED ORGANICS.
“Il confronto e l’analisi delle case history delle realtà intervenute al convegno ha fatto ulteriormente comprendere a tutti noi le vere e proprie potenzialità che il Biologico Made in Italy ha nel resto del mondo – commenta Paolo Carnemolla, Presidente di FederBio. – La GDO mondiale e non solo nutre elevate aspettative dal Biologico italiano, in continua crescita, e questo spiega l’entusiasmo dimostrato dai buyer internazionali durante i 4 giorni di SANA. L’accordo di internazionalizzazione si sta sviluppando nel migliore dei modi e sta offrendo al comparto interessanti opportunità di crescita all’estero; segno del fatto che la collaborazione con ICE e con il Ministero dello Sviluppo Economico è davvero efficace”. Come confermato infatti dai dati ISMEA/Nielsen presentati durante la manifestazione, l’Italia è il maggior esportatore mondiale di prodotti biologici per un valore di circa 900 milioni di euro, Europa, Stati Uniti e Giappone i principali mercati di destinazione. E’ importante inoltre sottolineare che presso la Grande Distribuzione, nonostante la crisi generale di consumi nei primi sei mesi del 2009, gli acquisti di prodotti Bio confezionati in Italia hanno fatto registrare un incremento del 7.4% in valore e dell’8.5% in quantità rispetto al 2008, per circa 350 milioni di euro. L’Italia spicca, oggi, come primo produttore al mondo di ortaggi, cereali (con circa 250.000 ettari), agrumi, uva (con 38.000 ettari, il doppio della Francia) olive biologiche e si colloca al secondo posto per il riso biologico, ma non solo: sul territorio nazionale vengono coltivati numerosi altri prodotti biologici, vere e proprie eccellenze agroalimentari uniche al mondo. Questi dati sono una ulteriore giustificazione all’enorme entusiasmo dimostrato dai buyer internazionali, come ad esempio Julio Ferrer, assessore alla Camera degli industriali dei prodotti alimentari di Buenos Aires, che sottolinea come in Argentina il prodotto biologico italiano sia sinonimo di cultura italiana, oppure David Byrnes di Integrated Organics, che ha riconosciuto il grande valore educativo e commerciale delle esperienze italiane.