FederBio, in rappresentanza del comparto biologico, entra a far parte del Tavolo che è stato di recente riavviato ad iniziativa del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, al fine di definire i “criteri ambientali minimi” del settore agro-alimentare, per ciò che attiene al Biologico.Il primo appuntamento di settore è il CompraVerde-BuyGreen, il Forum Internazionale degli Acquisti Verdi che si tiene dall’8 al 10 ottobre presso la Fiera di Cremona, durante il quale si tiene anche la cerimonia di assegnazione del “Premio Mensa Verde 2009”, patrocinato da FederBio, che ha l’obiettivo di valorizzare le organizzazioni pubbliche, private e non profit che si sono distinte per aver attivamente contribuito alla diffusione degli acquisti verdi e del consumo sostenibile nel settore della ristorazione collettiva. L’impegno è solo l’ultima tappa di un percorso virtuoso di promozione del Biologico da tempo intrapreso dalla Federazione, sempre più impegnata nella promozione della cultura, della conoscenza e del consumo del Biologico, anche e soprattutto grazie ai recenti accordi con il MiSE, ICE e Federalimentare per la tutela e l’internazionalizzazione del prodotto Bio italiano e alle collaborazioni in fieri con il Ministero della Politiche Comunitarie e con Buonitalia. “La spinta ulteriore alla crescita del Biologico anche in questo momento di difficoltà per l’economia nazionale e di forte criticità per i consumi, richiede interventi ad ampio spettro, che superino le resistenze al cambiamento e siano in grado di imprimere una svolta significativa al comparto” ha dichiarato il Presidente di FederBio Paolo Carnemolla. “Corroborati dai recenti dati diffusi da ISMEA circa lo stato di buona salute del Biologico nel nostro Paese e dagli ottimi risultati di partecipazione a SANA09, siamo ben lieti di partecipare al Tavolo CAM e con piacere ci impegneremo nei prossimi mesi in ulteriori iniziative per definire uno standard per la ristorazione Bio nell’ambito del progetto interprofessione cofinanziato dal MiPAAF ed incentivare gli Organismi di Controllo all’applicazione di idonei schemi per la certificazione di mense/pasti Bio”. La ristorazione collettiva rappresenta infatti uno degli sbocchi principali delle filiere agroalimentari biologiche. In particolare, nell’ottica degli Acquisti Verdi per le Pubbliche Amministrazioni, i prodotti biologici ricoprono un ruolo importantissimo per la ristorazione scolastica e per quella ospedaliera. Il quadro normativo nazionale prevede già da tempo con la “legge 488/99, all’articolo 59, comma 4” un’apposita indicazione: per garantire la promozione della produzione agricola biologica e di qualità, le istituzioni pubbliche che gestiscono mense scolastiche ed ospedaliere prevedono nelle diete giornaliere l’utilizzazione di prodotti biologici, tipici e tradizionali nonché di quelli a denominazione di origine protetta, tenendo conto delle linee guida e delle altre raccomandazioni dell’Istituto nazionale della nutrizione. I prodotti biologici nelle mense scolastiche sono un pilastro delle politiche di GPP. Occorre lavorare per facilitarne l’utilizzo, migliorando l’efficienza delle filiere, investendo di più nella qualità della materia prima e combattendo non fondati pregiudizi sull’utilizzo di questi prodotti.A seguito di questo indirizzo nazionale, 7 Regioni hanno già varato un’apposita legge per l’introduzione massiccia dei prodotti biologici e di qualità nelle mense, in particolare quelle scolastiche. Fra queste, l’Emilia Romagna, dove FederBio, attraverso la sua associata Pro.B.E.R., ha sviluppato anche il progetto Sportello Mense Bio (www.sportellomensebio.it), che intende essere un mezzo per promuovere e diffondere il metodo dell’agricoltura biologica e consentire la rapida introduzione dei prodotti biologici nelle mense pubbliche regionali. Inoltre, la Federazione, attraverso il partner Serbios, ha sviluppato anche il progetto Bio Habitat (www.bio-habitat.com), un metodo innovativo per la progettazione, la realizzazione e la conduzione di spazi verdi secondo gli stessi principi e metodi ai quali fa riferimento l’Agricoltura Biologica.Si tratta di principi e metodi (enunciati e prescritti da Regolamenti Comunitari e dagli standard internazionali IFOAM e Codex) che consentono esclusivamente pratiche colturali rispettose della biodiversità ed atte a salvaguardare l’ambiente e gli ecosistemi, che si avvalgono quindi di mezzi biologici, fisici e meccanici rispondenti a tali scopi e vietano pertanto l’impiego di fitofarmaci e di fertilizzanti di sintesi inventati dall’uomo, l’uso di sementi e di piante modificate con tecniche d’ingegneria genetica (OGM) ed il ricorso a qualsiasi altro mezzo che possa dar luogo ad impatti negativi con l’ambiente. Si può dunque effettivamente affermare che Bio-Habitat sviluppi la “cultura del verde” perché, attuando una nuova concezione di gestione del verde finalizzata a scopi ricreativi, ambientali, paesaggistici, ricreativi e sociali, eleva un sistema colturale a “modello culturale” capace di dare esaurienti soluzioni in particolare a problemi di convivenza urbana fra uomo e natura.