Il sistema di certificazione nazionale dei prodotti biologici: situazioni e prospettive di riforma
FederBio evidenzia il ruolo chiave del sistema di controllo e certificazione per un sano sviluppo del settore
A fronte della continua e forte crescita del mercato dei prodotti biologici italiani, pur in un momento sempre più difficile per l’agroalimentare italiano, l’efficienza di funzionamento e l’efficacia delle garanzie offerte dal sistema di controllo e certificazione sono uno dei temi più delicati ed importanti sicuramente per le Istituzioni e gli operatori, ma soprattutto per i consumatori.
Se ne è discusso al Convegno organizzato da FederBio, Federazione Italiana Agricoltura Biologica e Biodinamica, “Il sistema di certificazione nazionale dei prodotti biologici: situazioni e prospettive di riforma”, che si è svolto il 1° dicembre a Roma, presso Unioncamere.
L’incontro, che ha visto gli interventi di Adriano Rasi Caldogno, Capo Dipartimento MiPAAF, Paolo Carnemolla, Presidente di FederBio, Fabrizio Piva, Coordinatore Sezione Soci OdC FederBio, Oreste Gerini di ICQRF, Filippo Trifiletti, Direttore Generale di Accredia, Laura Allegrini, Relatrice in Commissione Agricoltura Senato, Teresa De Matthaeis, Dirigente Ufficio SAQ X- MIPAAF, Riccardo Cozzo, Rappresentante IFOAM UE, Davide Barchi, Servizio Valorizzazione delle Produzioni – Regione Emilia Romagna, Andrea Sisti, Presidente dell’Ordine Nazionale dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali, Alessandro Pulga, Direttore ICEA, ha voluto promuovere il confronto e il dialogo fra i protagonisti del sistema, punto fondamentale per assicurare un sano sviluppo del settore, e ha evidenziato la necessità di condivisione di obiettivi di semplificazione e armonizzazione anche in relazione al quadro normativo europeo.
“Il sistema di controllo e certificazione è uno degli aspetti più importanti del nostro comparto in quanto garanzia per il mercato e per i consumatori. – precisa Paolo Carnemolla, Presidente di FederBio – La nostra Federazione sta lavorando molto su questo aspetto ed ha lanciato nei mesi scorsi uno specifico Piano d’azione migliorare la collaborazione e l’integrazione fra i soggetti interessati e per risolvere alcune criticità affinché si possa raggiungere una migliore efficienza e trasparenza dell’attività degli Organismi di Certificazione. Molto si deve ancora fare, a cominciare da una più stretta collaborazione con le Istituzioni preposte e le Autorità pubbliche di controllo, sia per semplificare adempimenti e procedure che per integrare l’operatività di tutti i soggetti coinvolti. Sottolineo inoltre che l’analisi delle attività e dei risultati del sistema di certificazione degli Organismi soci di FederBio evidenzia un lavoro continuo e costante, come dimostrato dai dati 2009, fatto di migliaia di ispezioni e analisi di laboratori, che portano anche alla messa in luce di casi da seguire o di criticità da affrontare che vanno affrontate con il massimo rigore e trasparenza. I prodotti biologici continuano ad essere i più controllati e sicuri per i consumatori, tuttavia è necessario non abbassare mai la guardia, specie ora che il mercato è in forte crescita”.
“Il nostro ruolo di ultimo anello di garanzia delle valutazioni di conformità, nell’agroalimentare italiano di qualità, è ormai un punto di riferimento sicuro – dichiara Filippo Trifiletti, Direttore Generale di Accredia. Con l’entrata in vigore del Reg 765/2008 per l’accreditamento e la vigilanza del mercato, Accredia assume formalmente un ruolo di garanzia all’interno del sistema delle certificazioni regolamentate (non solo bio, ma anche dop e igp, incluso il delicato settore del vino), sforzandosi di realizzare un efficace modello di sussidiarietà, anello di congiunzione tra le strutture pubbliche responsabili e gli operatori del sistema di controllo. L’ente di accreditamento italiano garantisce ai produttori certificati, in generale, al di là del comparto del biologico, il riconoscimento su tutti i principali mercati mondiali, grazie al principio del mutuo riconoscimento, ed è perciò un valido “passaporto” per l’affermazione delle produzioni agroalimentari di qualità sui mercati dell’export, oltre che su quello nazionale.”
Come infatti emerso dai dati essenziali dell’attività del sistema di certificazione presentati durante il Convegno, il biologico è sicuramente un settore controllato.
Se si prendono in considerazione le 3.255.605 aziende italiane legate all’alimentare, dalle industrie alimentari ai supermercati, dai dettaglianti ai grossisti, dai pubblici servizi alle aziende agricole, quelle che hanno ricevuto una visita ispettiva dalle autorità pubbliche nazionali o regionali (Nuclei Antifrodi Comando Carabinieri Politiche Agricole e Alimentari, Servizi Igiene degli Alimenti e Nutrizione delle A.S.L, Comando Carabinieri per la Tutela della Salute (NAS), ICQRF Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari) nel 2009 sono state 249.883 (il 7,8%) nelle quali sono emerse 59.653 irregolarità penali o amministrative.
A differenza di questa situazione le aziende biologiche che hanno ricevuto una visita ispettiva nel 2009 sono il 100%, con una frequenza 13 volte superiore: un’azienda convenzionale infatti mediamente riceve un’ispezione ogni 12 anni e 8 mesi, un’azienda biologica riceve mediamente un’ispezione ogni 9 mesi.
In particolare i 10 Organismi di Controllo e Certificazione associati a FederBio hanno certificato nel 2009 46.304 operatori bio, ovvero il 95,4% degli operatori biologici italiani. Le verifiche ispettive eseguite sono state 49.922 e il numero di analisi sempre nel corso del 2009 è stato di 5.527 (incidenza dell’11.9%, ossia un’analisi ogni 8,4 aziende), con una positività pari al 5,66%.
Interessante è anche la considerazione dei dati relativi all’attività 2009 dell’Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari. Nell’agro-alimentare non biologico ICQRF ha effettuato 27.000 ispezioni, e ha controllato oltre 21.000 operatori e più di 62.000 prodotti, con l’analisi di 8.800 campioni di prodotti, di cui più di 800 sono risultati irregolari. Da gennaio a dicembre sono state inoltrate all’autorità giudiziaria 349 notizie di reato, di cui 254 per irregolarità riscontrate nella composizione dei prodotti.
Più nel dettaglio nel 2009 l’ICQRF ha dato molta attenzione ai controlli sulle produzioni di qualità regolamentata, legate all’origine, alle specificità e ai metodi produttivi, maggiormente rappresentative del made in Italy agro-alimentare che ci permettono di fare una comparazione tra il settore del biologico e il settore dei prodotti DOP, IGP e STG.
In riferimento al settore del biologico l’ICQRF ha eseguito 1.694 ispezioni, con 1.547 Operatori controllati, il 3,5% dei quali è emerso con irregolarità. I prodotti controllati sono stati 3.220, con analisi di 544 campioni (con risultato di 4% di campioni irregolari).
Dai controlli eseguiti sempre nel 2009 da ICQRF sui prodotti DOP, IGP e STG si sono registrate 2.106 ispezioni con 1.968 operatori controllati di cui l’11,3% sono risultati irregolari. I prodotti controllati sono stati 3.184 con analisi di 731 campioni (con risultato di 5,1% di campioni irregolari).