Dalla giornata sulle nuove tecniche di miglioramento genetico in agricoltura, che si tiene oggi presso la sala Polifunzionale della Presidenza del Consiglio dei Ministri “le principali organizzazioni che rappresentano l’agricoltura biologica, anche sui tavoli ministeriali, sono state scientemente tenute fuori”. Ne sono convinte AIAB, FederBio e FIRAB che assicurano di non aver ricevuto nemmeno una comunicazione da parte di chi ha promosso l’incontro e cioè i ministeri dell’ Ambiente, delle Politiche Agricole della Salute e dello Sviluppo Economico. “Forse per evitare che qualcuno potesse cantare fuori dal coro”.
In effetti le 3 associazioni avrebbero fatto presente in un simile contesto che quanto si va prospettando con le New Breeding Techniques – NBT è di fatto uno scenario simile a quello proposto dagli OGM.
NBT è infatti un modello di ricerca che persevera nell’affidare a pochi geni, forzosamente amplificati nella pianta madre, produttività ed eventuali resistenze, che fino ad oggi hanno primariamente riguardato pericolosi pesticidi potenzialmente cancerogeni e favorisce con i brevetti la concentrazione delle sementi in poche mani.
L’agricoltura biologica è il settore emergente che ha registrato nel 2015 e 2016 un aumento di oltre il 20% per superfici coltivate e operatori, numeri che si sono replicati anche nel 2017, supportati da un aumento della domanda del 24%. Questo settore sta attendendo da oltre un anno i bandi di ricerca, misteriosamente bloccati al MiPAAF e finanziati con soli 2 milioni di euro mentre per le nuove biotecnologie si parla di 21 milioni di euro.
Oggi serve una ricerca che promuova un miglioramento genetico che abbia l’obiettivo del contrasto ai cambiamenti climatici; incentrato su popolazioni e varietà che mantengano un’ampia base genetica, capaci di utilizzare al meglio le migliori risorse organiche del suolo, sviluppando adattamento e resistenza alle avversità, evolvendo nei diversi areali di coltivazione con il diretto concorso degli agricoltori.
In poche parole un miglioramento genetico partecipato che abbia al centro la salvaguardia della biodiversità in chiave locale e adattativa.
Le NBT, siano esse cisgenico, editing genetico, mutazione mirata di singoli nucleotidi per modificare l’espressione di un gene, non si differenziano dunque sostanzialmente dagli OGM per quanto attiene ai processi esclusivi di ottenimento e ai regimi di proprietà intellettuale.
Non a caso insieme a ANABIO/CIA, Confcooperative, Confagricoltura e la Rete Semi Rurali, abbiamo chiesto un piano sementiero per il biologico per mettere a disposizione del settore emergente e che inequivocabilmente rappresenta il futuro dell’agricoltura, semi e materiale di propagazione idonei da subito all’unico metodo di agricoltura sostenibile regolamentato e certificato nell’UE.

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