Egregio Onorevole,
il prossimo 30 giugno è in scadenza a livello europeo l’autorizzazione del glifosato, già prorogata dal 31 dicembre 2015, in attesa della revisione paritetica e della consultazione
finale con gli Stati Membri.
Il Tavolo delle Associazioni Ambientaliste e dell’Agricoltura Biologica, nato sui temi della Politica Agricola Comunitaria e del Piano di Azione Nazionale per la riduzione dell’uso dei pesticidi, ha iniziato ad occuparsi del tema glifosato a seguito dell’uscita del documento dello IARC, l’autorevole agenzia per la ricerca sul cancro dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, che ha classificato il glifosato, in relazione alla salute umana, come “cancerogeno probabile” 2A. Oltre all’azione oncogena il glifosato, come risulta da numerosi studi scientifici, sembra agire anche come “interferente endocrino”, perturbando molteplici e delicate funzioni cellulari. Il Glifosato è l’erbicida più utilizzato al mondo essendo presente in 750 formulati tra i quali il Glinet® e il Roundup® ed è il diserbante maggiormente collegato alle sementi geneticamente modificate (OGM) di mais, soia e cotone, il cui DNA è stato manipolato da Monsanto per resistere a questo diserbante. Mesnage et al (2014) hanno riportato in una loro importante pubblicazione scientifica che le formulazioni commerciali contenenti “glifosato” sono 1.000 volte più tossiche del solo principio attivo, rivelando esserci effetti sinergici tra i coadiuvanti dell’erbicida. In Italia negli ultimi anni l’ISPRA ha raccolto dati sulla presenza di oltre 175 pesticidi nelle acque superficiali e sotterranee. Tra le sostanze che maggiormente hanno superato i limiti di legge ci sono il glifosato e l’AMPA (un metabolita del glifosato stesso), nonostante il glifosato nella gran parte delle Regioni non rientri neppure fra le sostanze monitorate (come ricorda la stessa Ispra: “È utile ribadire la necessità di inserire nei protocolli regionali alcune sostanze che, ove ricercate, sono responsabili del maggior numero di casi di non conformità, quali il glifosato e l’AMPA.”).
Persone, piante e animali sono oggi esposte in tanti modi al “glifosato” e ai prodotti commerciali che lo contengono. Oltre che in agricoltura è ampiamente impiegato dagli Enti Pubblici per la pulizia dei margini stradali, delle massicciate ferroviarie e dei binari ed è presente anche in prodotti da giardinaggio e per l’hobbistica. Agricoltori, semplici passanti e altri operatori possono essere esposti a queste sostanze durante le applicazioni anche in aree pubbliche (scuole e giardini) frequentate da bambini.
Alla luce di tutto questo abbiamo chiesto al Governo italiano e alle Regioni di applicare il principio di precauzione in nome della tutela della salute pubblica, vietando definitivamente e in maniera permanente la produzione, la commercializzazione e l’uso di tutti i prodotti a base di glifosato e la rimozione del prodotto da tutti i disciplinari di produzione che lo contengono, prevedendo l’esclusione da qualsiasi premio nei Piani di Sviluppo Rurale 2014 – 2020 per le aziende che ne fanno uso.
Alla Campagna STOP Glifosato, che abbiamo avviato con questa richiesta al Governo italiano e alle Regioni, hanno già aderito 32 associazioni nazionali.
Ci rivolgiamo a Lei, in qualità di Parlamentare europeo, per esprimere le nostre gravi preoccupazioni in vista della scadenza del 30 giugno, soprattutto a seguito della valutazione dell’EFSA, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, che, in contrasto con il parere dello IARC, ha decretato la probabile non cancerogenicità per l’uomo del glifosato. Sulla base di questo contrastante parere, la Commissione europea potrebbe valutare se mantenere o meno il pesticida nell’elenco UE delle sostanze approvate e gli Stati valutare ex novo la sicurezza dei prodotti fitosanitari contenenti glifosato.
La decisione dell’EFSA, supportata dalla relazione dell’Istituto federale tedesco per la valutazione dei rischi (BfR), non tiene in considerazione una vasta gamma di studi scientifici pubblicati da riviste internazionali indipendenti, che sono stati invece valutati e considerati rilevanti dallo IARC; minimizza senza adeguata giustificazione i risultati positivi di cancerogenicità sugli animali; infine, si basa in buona parte su studi mai pubblicati e forniti dalle stesse multinazionali che producono il glifosato, in contrasto con le più elementari garanzie di indipendenza e in evidente conflitto d’interessi. Un elemento quest’ultimo molto preoccupante e che dovrebbe di per sé spingere i governi e le Istituzioni Europee a prendere le distanze dalla posizione dell’Agenzia: viene qui messa in gioco la credibilità stessa dell’Unione Europea.
Crediamo infatti che, in assenza di consenso scientifico sulla cancerogenicità del glifosato, il Parlamento Europeo, la Commissione e gli Stati Membri abbiano la responsabilità di proteggere prima di tutto la salute dei cittadini, adottando il principio di precauzione. Invece sembra che la Commissione e gli Stati membri si stiano muovendo
nella direzione opposta, apprestandosi ad una nuova autorizzazione per altri 15 anni sulla base di una decisione già redatta dalla DG SANTE, che andrà in votazione nella prossima commissione permanente di PAFF (piante, animali, alimenti e mangimi) prevista per il 7-8 marzo.
Abbiamo apprezzato molto la posizione del Parlamento Europeo, che nel corso della sessione plenaria del 2 febbraio scorso ha adottato tre obiezioni distinte relative a tre tipi di soia geneticamente modificati resistenti agli erbicidi, sottolineando che l’erbicida glifosato, tollerato dai tre tipi di soia GM, è stato classificato come “probabilmente cancerogeno” dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) a marzo 2015 e chiedendo per questa ragione alla Commissione europea di ritirare i suoi progetti di decisione di autorizzazioni per l’utilizzo di questi tipi di soia geneticamente modificata in alimenti e mangimi.
Per questo Le rivolgiamo un appello per un Suo personale impegno affinché il Parlamento Europeo
– promuova un’iniziativa finalizzata ad una verifica nei confronti dell’EFSA sulle metodologie adottate per la valutazione del glifosato, sulla base delle quali ne ha decretato la non cancerogenicità;
– si pronunci sulle decisioni da assumere sul glifosato, nel rispetto del principio di precauzione e a tutela della salute dei cittadini e dell’ambiente, opponendosi alla possibilità che si possa procedere ad una nuova autorizzazione a livello europeo per altri 15 anni del diserbante, senza pareri univoci sul piano scientifico sulla sua cancerogenicità.
Certi della Sua attenzione Le inviamo i nostri auguri di buon lavoro e Le porgiamo cordiali saluti.

Per informazioni e contatti:
– Mariagrazia Mammuccini, Portavoce del Tavolo delle Associazioni Ambientaliste e dell’Agricoltura Biologica: mariagrazia.mammuccini@gmail.com
– Claudia Bastia, Segretario Generale FederBio: c.bastia@federbio.it
I Presidenti delle Associazioni