Il Senato ha approvato il Ddl sul biologico, che detta disposizioni per la tutela, lo sviluppo e la competitività della produzione agricola, agroalimentare e dell’acquacoltura con metodo biologico. I sì sono stati 195, un no e un astenuto. Il provvedimento ora torna all’esame della Camera, dove, auspicano le associazioni di settore, si spera possa essere approvato definitivamente visto il largo consenso raccolto. Il Ddl, tra le altre misure, istituisce il marchio “Biologico italiano” di cui potranno fregiarsi «i prodotti biologici ottenuti da materia prima italiana». L’unico punto che ha diviso l’Aula del Senato è stata l’equiparazione, prevista dal testo, dell’agricoltura biodinamica a quella biologica. La senatrice a vita Elena Cattaneo ha presentato due emendamenti, poi bocciati, per espungere tale equiparazione. La legge prevede inoltre l’istituzione di distretti biologici che consentano di sviluppare l’agricoltura e l’economia dei territori rurali e di adottare un Piano nazionale per sostenere lo sviluppo del biologico italiano come metodo avanzato dell’approccio agroecologico.

Il biologico italiano è all’avanguardia in Europa, grazie a una superficie agricola utilizzata del 15,8%, contro una media europea del 7,8%. E negli ultimi 10 anni ha fatto registrare trend di crescita a doppia cifra: le superfici bio in Italia, circa 2 milioni di ettari, sono aumentate del 79%, mentre le aziende bio, che attualmente sono oltre 80.000, del 69%. A doppia faccia, invece, il quadro dal punto di vista dei consumi: se da un lato secondo gli ultimi dati Ismea i consumi domestici di alimenti biologici hanno toccano la cifra record di 3,3 miliardi di euro, dall’altro gli ultimi dati diffusi da AssoBio mostrano come siamo fanalino di coda in Europa per valore della spesa.

«Siamo particolarmente soddisfatti per l’approvazione in Senato della legge sull’agricoltura biologica, che stavamo aspettando da oltre 15 anni. Si sblocca finalmente una norma attesissima – è il commento di Maria Grazia Mammuccini, presidente di FederBio – da tutto il mondo del biologico e dai cittadini, la cui domanda di un cibo sano, prodotto nel rispetto dell’ambiente, è cresciuta sensibilmente negli ultimi anni. Adesso occorre che la Camera approvi in via definitiva il provvedimento in tempi rapidi, per riuscire così a cogliere tutte le opportunità di questa fase di cambiamento strategico per i sistemi agricoli e alimentari nel nostro Paese e in tutta Europa. Infatti, nonostante questa legge sia rimasta ferma così a lungo, arriva proprio nel momento giusto: a distanza di poco tempo dall’adozione del Piano d’azione europeo per il biologico, redatto in attuazione della Strategia Farm to Fork, e all’avvio del percorso di stesura del Piano Strategico Nazionale della Pac». FederBio giudica «estremamente positiva» anche la delega al Governo per la revisione e razionalizzazione della normativa sui controlli, che rafforza il sistema delle verifiche all’insegna di una maggiore trasparenza grazie anche all’impiego di piattaforme digitali e alla semplificazione delle norme.

«Il Piano Strategico italiano – continua Mammuccini– deve puntare su obiettivi ambiziosi di crescita del biologico e attivare tutti gli strumenti necessari per raggiungerli, sia in termini di aumento della produzione agricola che in termini di crescita della domanda di prodotti bio da parte dei cittadini, per favorire l’incremento della produzione e dei consumi. Per il nostro Paese il biologico rappresenta un’opportunità strategica per contribuire alla transizione ecologica, alla valorizzazione del territorio rurale e a creare spazi innovativi per giovani e donne che vogliano lavorare in agricoltura». […]

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FONTE


TESTATA: Il Sole 24 Ore
AUTORE: Emiliano Sgambato
DATA DI PUBBLICAZIONE: 20 maggio 2021