Nel terreno e nell’acqua di alcune risaie, nella zona di Vercelli, sono stati individuati residui di fitofarmaci non ammessi nella produzione biologica. Purtroppo, però questo è un fatto che non deve stupire. Dall’ultimo rapporto dell’ISPRA sui pesticidi nelle acque italiane (2016), in Piemonte i residui di pesticidi sono presenti nel 91.5% dei punti di campionamento delle acque superficiali e nel 65.9% nelle acque profonde.

Imputare oggi ad un agricoltore, la presenza nell’acqua (che non è sua, ma è un bene pubblico, risoluzione ONU del luglio 2010) di un diserbante e di un insetticida il cui uso è vietato da prima che lui nascesse è di palese illogicità. L’impegno che i produttori biologici si assumono, nei confronti della collettività, è che con le migliori tecniche di produzione ripristineranno le condizioni ottimali del suolo, tutelando la biodiversità. Ma nessuna norma può chiedere ad un agricoltore di fare miracoli. Impossibile che un’azienda biologica faccia scomparire dalle acque e dal suolo il frutto dissennato di decenni di chimica in agricoltura. Ci si arriverà ma col tempo e solo smettendo di usare le sostanze chimiche che contaminano le acque. Le aziende vercellesi non hanno adottato comportamenti illeciti: sul loro riso le analisi non hanno trovato residui di sostanze non ammesse. I residui c’erano nell’acqua, un bene pubblico, per il cui uso le aziende pagavano e pagano un corrispettivo a un ente pubblico che si chiama Consorzio di bonifica.

L’agricoltura biologica non può essere relegata nell’8.5% del Piemonte in cui le acque sono pulite. Al contrario, serve avviare alla conversione biologica proprio le aree più compromesse, per iniziare subito il processo di recupero che solo la mancata immissione nell’ambiente di nuove sostanze chimiche di sintesi e l’adozione di tecniche agricole sostenibili può garantire. Su questa linea è la strategia “From farm to Fork”, al centro del Green Deal della UE.

Le aspettative dei cittadini evolvono e innescano un cambiamento significativo nel mercato alimentare. Proprio per questo il mercato degli alimenti biologici è destinato a continuare a crescere e l’agricoltura biologica deve essere promossa ulteriormente, poiché ha effetti positivi sulla biodiversità, crea posti di lavoro e attrae giovani agricoltori, e i consumatori ne riconoscono il valore. […]

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FONTE


TESTATA: Il Fatto Alimentare
AUTORE: Roberto Pinton
DATA DI PUBBLICAZIONE: 28 luglio 2020