#GREENHEROES Siamo tra i primi per agricoltura non chimica. Grazie anche a persone come Maria Grazia Mammuccini
Tutela della biodiversità, no ai pesticidi di sintesi chimica e agli antibiotici negli allevamenti, norme per la tutela del benessere animale. Ecco i fondamenti dell’agricoltura biologica, che si oppone allo sfruttamento intensivo di campi e animali e che guarda alla difesa del suolo, risorsa non rinnovabile oggi mal sfruttata. Con quasi 70 mila agricoltori e il 16 per cento della superficie agricola votati al bio, potremmo essere tra i primi Paesi europei a raggiungere la quota 25 per cento fissata dagli obiettivi Ue 2030.
Risultati raggiunti grazie alla storia scritta da persone che al biologico credono da sempre. Come Maria Grazia Mammuccini, agricoltrice e dirigente del movimento bio. Inizialmente consigliera in Regione Toscana, è stata direttrice di Arsia (Agenzia regionale per lo sviluppo e l’innovazione in agricoltura) con un ruolo decisivo nella legge per la biodiversità locale, che nel 2009 le ha valso il World Future Award, il Nobel per le politiche del futuro. Ha ricoperto la carica di vicepresidente di Aiab (Associazione italiana agricoltura biologica), e oggi è presidente di FederBio, la maggiore associazione del settore, protagonista della battaglia per l’approvazione della legge sul bio, attesa da anni.
Il biologico non a caso è fatto anche di regole e controlli: le aziende possono dire di essere bio solo grazie a certificazioni periodiche garantite dal ministero dell’Agricoltura e da organi di verifica e pagate dagli stessi agricoltori. È una sicurezza per chi lo acquista, grazie anche all’impegno di chi, come Maria Grazia Mammuccini, FederBio e gli agricoltori bio, considerano la buona agricoltura come uno strumento per garantire salute delle persone e del Pianeta, oltre che di giustizia sociale. Essere eroi così è proprio un dono di natura, per questo diamo il benvenuto a Maria Grazia nella squadra dei #GreenHeroes.