L’azienda coinvolta fu segnalata alle autorità e bloccata dagli organismi di certificazione già nel 2010rnSui risultati dell’inchiesta condotta dalla Procura di Torino – che vede indagate 28 persone per associazione per delinquere finalizzata alla frode in commercio e collegata a salumi venduti come biologici, ma in realtà provenienti dalla lavorazione di suini allevati in modo convenzionale – il Presidente di FederBio Paolo Carnemolla commenta:”Le prime segnalazioni della presenza di certificati falsi risalgono al 2010, quando gli organismi di certificazione coinvolti hanno tempestivamente informato l’Ispettorato repressione frodi del MiPAAF, procedendo poi alla denuncia presso il NAC dei Carabinieri. Dover constatare che ci vogliono più di quattro anni per completare indagini su fatti già noti, aumentando il rischio che scatti la prescrizione è francamente assai disarmante, così come lo è che notizie relative a vicende su cui già al tempo era stata data ampia notizia dalla stampa vengano spacciate per attualità. Non è questo il modo con il quale si combattono efficacemente i delinquenti e si favoriscono le imprese oneste, la cui immagine è danneggiata anche da questo uso strumentale e non etico dell’informazione. Come già annunciato a suo tempo FederBio si costituirà parte civile anche in questo procedimento.”