L’accordo del Parlamento europeo sulla nuova Pac ha impedito l’allineamento della politica agricola europea con il Green Deal, impedendo così di dare avvio a una vera transizione ecologica dell’agricoltura e della zootecnia. Tutto ciò non corrisponde alle aspettative dei cittadini europei e soprattutto a quelle dei giovani del movimento Fridays for Future che si sono battuti fino all’ultimo per una riforma in grado di dare soluzioni concrete ai problemi ambientali globali.

Il dibattito dell’europarlamento sulla Pac si è svolto con l’orologio bloccato a due anni fa, prima del Green Deal, delle strategie Farm to Fork Biodiversità, approvate dalla Commissione europea. Negli ultimi due anni lo scenario è cambiato radicalmente e le proposte del passato non consentono più di affrontare le sfide che abbiamo di fronte, non solo dal punto di vista ambientale e della salute, ma anche dal punto di vista economico e sociale. Così continuiamo a buttare un mare di denaro, più di un terzo del budget europeo, nella stessa direzione sbagliata: quella dell’agricoltura intensiva, ad alto impatto chimico, che non è riuscita neanche a dare un reddito dignitoso agli agricoltori, facendo perdere negli ultimi decenni tante piccole e medie aziende diffuse sul territorio, in particolare nelle aree interne.

Alcuni punti delle novità messe in campo dalla Commissione sono stati accolti, come l’obbligo per gli Stati membri di individuare l’obiettivo di aumento delle superfici agricole coltivate ad agricoltura biologica, ma per raggiungere tali obiettivi gli agricoltori devono essere adeguatamente incentivati e sostenuti altrimenti tutto rischia di rimanere solo sulla carta. Invece abbiamo bisogno di azioni urgenti per vincere la corsa contro la catastrofe del clima e della biodiversità.

Nella riforma approvata dall’Europarlamento non c’è nessun riferimento alle strategie Farm to Fork e Biodiversità, mancano gli indicatori d’impatto per gli obiettivi delle stesse strategie, manca inoltre un obiettivo strategico come quello della riduzione del 30% dei gas serra emessi dal settore agricolo e alimentare entro il 2027. In sostanza, un terzo dei fondi europei in questo modo prenderebbe la vecchia strada che ci ha portato alle difficoltà attuali: i soldi arrivano a pioggia, a prescindere dalle ricadute in termini di beni pubblici per tutti i cittadini.

Ma se cominciamo a distrarre dalle finalità del Green Deal più di un terzo del bilancio dell’Unione europea, con che fondi si organizzeranno le politiche innovative che devono servire per la transizione ecologica dei sistemi agricoli e alimentari e per rendere sempre più sostenibile la nostra economia? […]

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FONTE


TESTATA: Terra Nuova.it
AUTORE: Maria Grazia Mammuccini
DATA DI PUBBLICAZIONE: 25 Dicembre 2020