I campi illegalmente seminati con varietà GM in Friuli Venezia Giulia sono stati finalmente distrutti questa mattina, nonostante le azioni prepotenti messe in atto dall’agricoltore friulano per impedire l’applicazione della legge. La Procura della Repubblica del Tribunale di Udine ha infatti firmato nei giorni scorsi il decreto di sequestro che ha consentito al Corpo Forestale dello Stato di procedere oggi alle operazioni necessarie al ripristino dello stato di legalità.rnDopo la sentenza del Tar del Lazio e dopo il pronunciamento del Consiglio di Stato che ha respinto la richiesta di sospensiva della sentenza nonché dopo l’approvazione di pesanti sanzioni penali per chi coltiva Mais Mon810 disposte con il decreto ‘Campo libero’ e di quelle amministrative previste dalla legge regionale 5/2014 del FVG, nelle scorse settimane in Friuli Venezia Giulia si era creata una situazione paradossale. Il Corpo Forestale dello Stato aveva distrutto uno dei campi seminati illegalmente ma non aveva avuto la possibilità di procedere con la stessa azione su altri a causa della resistenza messa in atto da un gruppo di sostenitori OGM; la vicenda era passata nelle mani della Procura di Udine che non ha provveduto in tempi rapidi ad adottare i necessari provvedimenti di sequestro conservativo del mais GM richiesti dagli organi di polizia giudiziaria.rnLe tre associazioni del biologico (AIAB, FederBio e Associazione per l’Agricoltura Biodinamica) esprimono soddisfazione per quanto fatto oggi in Friuli Venezia Giulia. “Si era creata una situazione molto grave. I campi di mais OGM erano prossimi alla fioritura con conseguente rischio di dispersione di polline OGM e di contaminazione nelle coltivazioni limitrofe, causa di danni significativi non solo per gli agricoltori locali ma per tutta l’agricoltura italiana, soprattutto per quella biologica. L’impegno delle associazioni del biologico, accanto alla Task Force nazionale che è intervenuta inviando una lettera al ministro della Giustizia Andrea Orlando, è stato molto alto. Non pensavamo che in uno stato di diritto fosse ancora necessaria una pressione così forte da più parti, ma comunque il nostro impegno non è mancato, sia a livello regionale sia nazionale. Un impegno che, insieme a quello di tante altre associazioni che aderiscono alla Task Force, è riuscito ancora una volta a sbloccare rapidamente la situazione sollecitando le istituzioni che hanno finalmente ripristinato la legalità. Di fronte alla prepotenza di chi semina illegalmente OGM e delle multinazionali della manipolazione genetica era doveroso ripristinare lo stato di diritto e garantire ai cittadini l’applicazione delle leggi e ai trasgressori la certezza della pena”.