Apprendiamo dal sito web Agrinotizie di Image Line srl che la Giunta Regionale del Piemonte ha emanato un comunicato dal titolo eloquente: “AGRICOLTURA MODERNA E AMBIENTE: LA SFIDA NON SI AFFRONTA CON LE FIABE”(http://www.regione.piemonte.it/cgi-bin/ufstampa/comunicati/dettaglio_agenzia.cgi?id=16310). Il riferimento è alle “fiabe” che 16 associazioni nazionali (tra cui Upbio) avrebbero elaborato per proporre proprie osservazioni migliorative alla Bozza di PIANO D’AZIONE NAZIONALE PER L’USO SOSTENIBILE DEI PRODOTTI FITOSANITARI. Bozza alla cui correzione potevano partecipare tutti gli interessati, attraverso una consultazione pubblica online.Possiamo anche capire gli interessi “di parte” di un tecnico/giornalista che scrive su un sito: (http://agronotizie.imagelinenetwork.com/difesa-e-diserbo/2013/02/14/meditazioni-di-un-giornalista-niente-fiabe-siamo-agronomi/17413) sponsorizzato da multinazionali della chimica, ma certamente non è tollerabile che una Regione come il Piemonte, denigri l’Agricoltura biologica. L’immagine di un’agricoltura priva di chimica, fiabesca, fatta di hippie idealisti e sognatori, può esistere solo nell’immaginario contorto di una politica poco attenta ai cambiamenti ed al fabbisogno di sicurezza alimentare ed ambientale.Nemmeno la lettura del rapporto 2012 della FAO “The State of Food and Agriculture”, che mette chiaramente in luce l’impatto di un’agricoltura industrializzata può far desistere una certa politica che definisce “irreale” quanto dichiarato dalla Fao. Il rapporto pone infatti l’accento proprio su uno sviluppo sostenibile che tuteli la biodiversità e coinvolga i piccoli contadini con i loro piccoli appezzamenti mediamente più ecosostenibili ed economicamente meno dispendiosi. Investire in agricoltura e puntare sui piccoli agricoltori per ridurre fame e povertà (http://www.fao.org/news/story/it/item/165874/icode/)Il concetto “idealista e bucolico” di un’agricoltura moderna “integrata/convenzionale” (che prevede l’uso prevalente di mezzi tecnici di sintesi), ed incarna il rispetto dell’ambiente, è ormai da anni sorpassato nei fatti dall’aggressione chimica e dagli OGM che oltre ad inquinare l’ambiente, distruggono la biodiversità, avvelenano i consumatori e uccidono, pian piano, gli stessi agricoltori che la utilizzano.Il frutto finale non sembra gradito neanche al consumatore/cittadino sempre più attento. Le indagini di mercato continuano ad indicare come in crescita il mercato dei prodotti biologici e “green” in genere, nonostante la perdurante crisi economica. Si tratta di incrementi di consumo che arrivano a percentuali di 2 cifre/anno e che la politica con la “p” minuscola ancora definisce “nicchia di mercato”. La lungimirante Politica Europea, quella con la “P” maiuscola, invece, da anni riconosce al metodo produttivo della Agricoltura Biologica un ruolo fondamentale per il miglioramento ambientale e la salute dei cittadini (agricoltori compresi). Ma di questo alcune Regioni sembrano non accorgersene prese dall’idea che tanto è stato fatto negli anni in termini di abbattimento di quantità di fitofarmaci e miglioramento qualitativo delle sostanze fitosanitarie. Sarebbe quindi “utopia” secondo la politica Regionale Piemontese ipotizzare entro il 2020 un raddoppio delle superfici agricole bio nazionali e ridurre dell’80% delle vendite i prodotti fitosanitari. Ciò che per noi aziende agricole bio rappresenta il minimo sindacale dal momento che riusciamo a produrre già oggi con perdite accettabili ed in gran parte ripagabili dai risparmi ottenuti dai costi dei fitofarmaci. E se poi l’Assessorato Regionale del Piemonte vuole proseguire veramente nell’attività quotidiana a fianco degli agricoltori incentivi lo sviluppo di quei centri di ricerca agricola e bioeccellenza divulgativa (http://www.ilcrab.it/) presenti sui territori e non lasci a noi il compito di sperimentare empiricamente in campo da anni sulla nostra pelle. L’agricoltura bio moderna, ha tanto bisogno di ricerca. E forse entro il 2020 potremo riuscire a mettere definitivamente al bando la chimica distruttiva non organica. E le aziende agricole, i consumatori, e la natura ringrazieranno. E Catone non si rivolterà nella tomba.rnMichele MonettaVicepresidente UPBiorn