Un’agricoltura senza veleni è possibile
La campagna #StopGlifosato ha preso avvio nel 2015, dopo che la IARC ha classificato tra i probabili cancerogeni per l’uomo il glifosato. A settembre 2015 la campagna è stata assunta in maniera unitaria dal tavolo delle associazioni ambientaliste e dell’agricoltura biologica e biodinamica attivo dal 2012 sulla PAC (Politica Agricola Comunitaria) e sul PAN Pesticidi. Il tavolo grazie all’iniziativa StopGlifosato si è ulteriormente ampliato, arrivando ad includere oltre 50 organizzazioni che costituiscono la coalizione italiana StopGlifosato. La coalizione ha intensificato il suo lavoro dopo l’uscita della valutazione dell’EFSA, l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare, che in contrasto con il parere della IARC, ritiene la sostanza probabile non cancerogena per l’uomo, basandosi su studi mai pubblicati e forniti dalle stesse imprese chimiche che producono il glifosato, in contrasto con le più elementari garanzie di indipendenza e in evidente conflitto d’interessi.
La coalizione StopGlifosato chiede, in assenza di pareri univoci sul piano scientifico sulla cancerogenicità del glifosato
- al Governo Italiano, ai Ministri competenti di Agricoltura, Salute e Ambiente e alle istituzioni europee, di applicare il principio di precauzione in nome della tutela della salute pubblica, vietando definitivamente e in maniera permanente la produzione, la commercializzazione e l’uso di tutti i prodotti fitosanitari a base dell’erbicida
- alle Regioni chiede la rimozione del glifosato da tutti i disciplinari di produzione che lo prevedano e l’esclusione dai premi dei PSR delle aziende che ne facciano uso, evitando l’insensatezza di premiare con fondi pubblici “l’uso sostenibile di un prodotto cancerogeno”.
La campagna è stata coordinata Mariagrazia Mammuccini, portavoce della Coalizione #StopGlifosato, e realizzata con il supporto dello staff comunicazione FederBio.