OGM significa organismo geneticamente modificato; si tratta di piante, micro-organismi o animali in cui parte del patrimonio genetico è stato modificato con tecniche di ingegneria genetica.

Gli alimenti biologici sono gli unici che, per legge, non possono contenere ingredienti OGM o derivati da OGM (neanche nei mangimi per gli animali). La nostra Terra è popolata da una miriade di organismi e la natura ci fornisce i mezzi per risolvere i problemi senza intervenire manipolando il loro DNA. L’inserimento di piante, microrganismi e animali OGM nell’ambiente rischia di destabilizzare l’equilibrio ecologico. È quindi necessario evitare l’immissione nell’ambiente di OGM, sulla base di un elementare principio di precauzione: l’effetto a medio e lungo termine che potrebbero avere su esseri umani e ambiente non è mai stato testato.

La produzione, anche in piccole quantità, di piante geneticamente modificate comporta problemi alla biodiversità e alla libertà di scelta degli agricoltori e dei consumatori. Infatti uno dei maggiori rischi di contaminazione da OGM è rappresentato dai principali elementi di diffusione del polline, non controllabili, quali vento ed insetti. Inoltre le piante e i semi OGM sono brevettati e di proprietà di grandi aziende multinazionali, che spesso si occupano anche di prodotti chimici per l’agricoltura: scenario non molto tranquillizzante, che vede il controllo assoluto dei semi (e, di conseguenza, del cibo) in mano a poche imprese che detengono il monopolio e, rendono i produttori e i consumatori dipendenti dalle loro politiche. La coltivazione di piante OGM fino ad ora non ha risolto il problema della fame nel mondo né diminuito l’impiego di antiparassitari in agricoltura. Allora perché utilizzarli?