Si ripresenta il problema delle frodi nel biologico: per Paolo Carnemolla, presidente di FederBio, è necessaria una vera riforma del sistema di controllo del settore biologico.

Bologna, 02 novembre 2017 – Sequestrate 10 tonnellate tra pesticidi e sementi alterate non consentiti nell’agricoltura bio e 9 persone, titolari di aziende agricole operanti nel ragusano e nel siracusano, denunciate per i reati di associazione per delinquere finalizzata alla Frode nell’esercizio del Commercio ed alla truffa aggravata ai danni dello Stato e dell’Ue, finalizzata al conseguimento di erogazioni pubbliche, con specifico riferimento a quelle concernenti l’agricoltura Biologica.

Questo il bilancio dell’operazione condotta dai Finanzieri del Comando Provinciale di Ragusa che hanno scoperto un articolato sistema di frode finalizzato alla commercializzazione, sia in Italia che verso i principali Paesi europei (Francia, Germania e Inghilterra), di prodotti ortofrutticoli derivanti da agricoltura “convenzionale”, ma che invece venivano etichettati come provenienti da agricoltura “Biologica e Biodinamica”.

In alcuni casi, i Finanzieri sono riusciti a risalire alle ditte fornitrici degli agenti chimici, scoprendo un sistema di evasione fiscale per oltre 200mila euro. L’esame della documentazione sequestrata, che riguardava acquisti e vendite avvenuti tra il 2015 e il 2017, ha consentito di quantificare in oltre 8 milioni di euro l’ammontare delle movimentazioni dei prodotti falsamente indicati come “bio”. Le aziende avrebbero così percepito contributi non dovuti, finanziamenti e agevolazioni per circa 1 milione di euro.

FederBio auspica che gli organismi di controllo autorizzati dal ministero delle Politiche agricole e quelli di vigilanza che afferiscono allo stesso ministero forniscano tempestivamente ulteriori elementi, facendo così chiarezza e delimitando con esattezza l’entità del caso, senza lasciare immotivate ombre sulle 11.451 aziende biologiche siciliane e sulle 72.154 aziede biologiche italiane che operano in assoluta correttezza.

Nell’attesa di questi ulteriori e necessari dettagli, FederBio ha attivato la sua rete d’informazione costituita da imprese e loro organizzazioni a livello nazionale e locale; dalle indagini sembra che il fatto coinvolga una piattaforma che esportava prodotti orticoli, non essedo riuscita a ritagliarsi spazio su un mercato nazionale particolarmente attento alla qualificazione e alle garanzie offerte dai fornitori.

Commenta Paolo Carnemolla, presidente di FederBio:“Appendiamo dalla stampa della frode scoperta dalla Guardia di Finanzia di Ragusa, ribadendo il pieno sostegno di FederBio alle Autorità che intervengono a tutela del mercato, quindi non solo dei consumatori ma anche degli operatori onesti che sono la grande maggioranza. Alcune delle aziende indagate erano del resto già state oggetto di segnalazioni agli organismi di certificazione anche da parte della federazione, che da alcuni anni ha proposto delle linee guida e dei piani di controllo rinforzato per questa tipologia di azienda, evidentemente a rischio. Come in altre vicende di frode queste indicazioni sono state disattese e questo conferma l’urgenza di una vera riforma del sistema di controllo del settore biologico, che riguardi sia il coordinamento e la vigilanza degli organismi di certificazione che il conflitto di interessi fra organismi e operatori controllati. FederBio, recentemente ammessa come parte civile nel processo in avvio presso il Tribunale di Pesaro a seguito dell’operazione “Vertical Bio” conclusa nel 2014, anche in questo caso si costituirà parte civile contro gli operatori e gli organismi di certificazione che dovessero essere rinviati a giudizio”.

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