AssoBio e FederBio: la direzione è quella giusta, la produzione di biologico è interesse nazionale per la promozione della salute e della sostenibilità del paese

Bologna, 25 maggio 2017 – L’obbligo di utilizzare ogni giorno qualche prodotto biologico nelle mense scolastiche era già stato introdotto dalla legge finanziaria del 2000, che intendeva così garantire la promozione della produzione agricola biologica e di qualità.

L’obbligo è stato poi rafforzato dalla legge n. 221/2015 che nel dettare le disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economy e contenere l’uso eccessivo di risorse naturali, stabiliva che almeno il 15% della carne e almeno il 40% degli altri prodotti usati nella ristorazione collettiva pubblica dovessero essere biologici.

L’emendamento di ieri alla manovra economica promosso dal ministro delle politiche agricole Martina in accordo con i colleghi di Istruzione e Salute Fedeli e Lorenzin e con il sottosegretario Boschi, chiude il cerchio istituendo un fondo per sostenere le amministrazioni locali che certifichino la provenienza biologica degli ingredienti utilizzati nelle mense e avviino iniziative di promozione e d’informazione degli utenti.

Roberto Zanoni, presidente di AssoBio, l’associazione che nell’ambito della federazione interprofessionale unitaria del settore biologico rappresenta le imprese di trasformazione e distribuzione esprime il suo apprezzamento: “Il regolamento europeo riconosce che la produzione biologica adotta le migliori pratiche ambientali, tutela la biodiversità e salvaguarda le risorse naturali, esplicando la funzione sociale di fornire beni pubblici che tutelano l’ambiente, il benessere degli animali e promuovono lo sviluppo rurale. Lo stesso testo unico sull’agricoltura biologica attualmente in discussione nel nostro parlamento riconosce la produzione biologica come attività di interesse nazionale con funzione sociale e sancisce che lo Stato debba favorire e promuovere ogni iniziativa volta al suo sviluppo. È l’unico settore produttivo che può vantare tali riconoscimenti, cui ora, finalmente, si affiancano misure di promozione che ne rafforzeranno lo sviluppo”.

Un giudizio positivo condiviso anche dal presidente di FederBio, Paolo Carnemolla, che dichiara: “La manovra in perfetto allineamento con le politiche europee e con quelle che le Camere stanno delineando in questi giorni. L’emendamento incentiva i comuni a incrementare la presenza di prodotti biologici nelle mense, che dovranno essere certificate proprio come sono certificate e sottoposte al sistema di controllo europeo le 53mila aziende agricole biologiche italiane che coltivano nel rispetto dell’ambiente senza utilizzare nemmeno un grammo di concimi, erbicidi, insetticidi e anticrittogamici chimici di sintesi e le 7mila imprese che trasformano i loro prodotti di qualità senza coloranti, conservanti e altri inutili additivi, dimostrando ogni giorno come sia del tutto possibile l’alternativa di una produzione di vera qualità”.

Un emendamento necessario per far fronte alle precarie condizioni del nostro ambiente gravemente compromesse dall’abuso di sostanze chimiche di sintesi. I dati dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale sono impietosi: in oltre il 60% delle acque superficiali e in oltre il 30% di quelle profonde si trovano 224 pesticidi diversi, in prevalenza diserbanti. La sostanza organica nel suolo sta scomparendo, gli allevamenti intensivi pongono sempre più interrogativi etici e sanitari, basti pensare alle preoccupazioni sull’antibiotico-resistenza indotta dall’abuso di tali farmaci. Le analisi ufficiali mettono in luce che oltre il 37% degli alimenti consumati in Italia contiene residui di pesticidi.

Entrambe le associazioni mettono in chiaro l’assoluta necessità di una rotta, se si vuole garantire la salute e consegnare un ambiente ancora vivibile alle generazioni future, le stesse generazioni che ora, in mensa, potranno gustare una maggior quota di alimenti più sicuri, sostenibili e sani.

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