Martedì 14 aprile prendono il via gli Stati generali per il Biologico, un importante momento di dialogo fra i protagonisti del settore per un percorso condiviso di strategie e di approfondimento e confronto sulle principali questioni aperte del sistema produttivo agroalimentare biologico italiano e sulle possibili soluzioni condivise tra tutte le parti coinvolte: Amministrazioni pubbliche, Associazioni di categoria, Organizzazioni di settore, Imprese agroalimentari, Enti pubblici e privati di controllo, Università ed Enti di ricerca, Associazioni ambientaliste, Associazioni dei consumatori.
“L’agricoltura biologica: opportunità per impresa e società” è il titolo del congresso di apertura, grazie al quale si aprirà un confronto per definire il contesto di riferimento e gli scenari futuri per il settore e si porterà all’attenzione dei politici e delle istituzioni pubbliche e private le riflessioni, le proposte e le conclusioni per implementare lo sviluppo del comparto.
“Bene ha fatto il Ministro Zaia – dichiara Paolo Carnemolla, Presidente di FederBio – a convocare gli Stati generali del biologico italiano alla vigilia del primo G8 agricolo. In questo modo conferma un’attenzione al settore che nei giorni scorsi si è concretizzata anche con l’insediamento del nuovo Comitato consultivo presso il Ministero e con la ripresa delle attività sul fronte normativo e del Piano d’azione nazionale. E’ necessario definire una politica nazionale per l’innovazione, la qualità e la competitività dell’agroalimentare italiano che veda nella sostenibilità e nel legame con il territorio gli elementi strategici e che dunque collochi realmente il biologico fra le priorità, a cominciare dal Piano strategico nazionale e dai Piani regionali di sviluppo rurale di cui si sta discutendo la revisione. L’agricoltura biologica, se applicata su larga scala e in maniera efficiente, secondo gli studi delle agenzie delle Nazioni Unite, potrebbe soddisfare i fabbisogni alimentari del Pianeta, garantendo anche lavoro, salute e qualità ambientale a differenza dell’agricoltura industriale e geneticamente modificata. L’Italia rappresenta l’eccellenza di questa nuova agricoltura legata al territorio e allo sviluppo locale, dunque ci aspettiamo che di questo si parli anche in occasione del G8 agricolo”.