La federazione interprofessionale del settore biologico rende noto che lo scambio d’informazioni tra due organismi di controllo suoi associati ha consentito di scoprire una frode sul grano duro.
“Avevamo lanciato da tempo l’allerta per una situazione di mercato che presentava anomalie e ci siamo attivati per scongiurare il rischio che venisse tentato un tipo di frode già avvenuta anni fa. Le verifiche incrociate e lo scambio d’informazioni fra gli organismi di certificazione hanno consentito di scoprire in Puglia un rilevante quantitativo di grano duro convenzionale spacciato per biologico. Il coordinamento messo in atto immediatamente dall’unità di crisi della federazione sta lavorando da alcuni giorni per rintracciare e bloccare tutto il prodotto, in attesa che intervengano le autorità competenti a cui la scoperta è stata immediatamente segnalata”, dichiara il Presidente Paolo Carnemolla.
Come segnala, da tempo sarebbe possibile bloccare ogni tentativo di frode: FederBio e ACCREDIA (l’ente unico per l’accreditamento) hanno infatti già testato con successo una piattaforma informatica di tracciabilità dal campo allo scaffale delle produzioni biologiche, in particolare le granaglie e l’olio d’oliva, di cui hanno disposto l’utilizzo obbligatorio da parte di tutte le imprese del settore.
Lo strumento, però, purtroppo attende ancora l’approvazione da parte del ministero delle Politiche agricole.
“Contiamo che l’episodio che le organizzazioni nostre aderenti hanno fatto emergere convinca il ministero ad accelerare i tempi: è un dovere nei confronti dei consumatori, delle oltre 55mila aziende biologiche italiane oneste e dei loro 200mila addetti impegnati ogni giorno per la crescita del settore. Da parte nostra, naturalmente, continueremo a impegnarci nello stanare e scoraggiare qualsiasi operatore scorretto e a fornire la massima collaborazione alle autorità. Va da sé che al procedimento che seguirà la frode ci costituiremo parte civile”.
L’azienda pugliese responsabile della frode è stata sospesa dal sistema di controllo e segnalata all’Ispettorato Centrale Tutela Qualità e Repressione Frodi Prodotti Agroalimentari; dodici consegne effettuate ad altri operatori sono state declassate e gli acquirenti sono stati informati affinché possano bloccare il grano duro non utilizzato e ritirare dal mercato quanto già immesso.

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