Alla vigilia del vertice OCSE che vede impegnati i ministri dell’Agricoltura dei Paesi dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico FederBio evidenzia le potenzialità dell’agricoltura biologica come modello di sviluppo equilibrato per il futuro.
Giovedì 7 e venerdì 8 aprile si tiene a Parigi il vertice dei ministri dell’Agricoltura dei Paesi dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE). L’incontro, che sarà co-presieduto dal ministro francese Le Foll e dallo statunitense Vilsack, si basa sul tema “politiche migliori per arrivare ad un sistema alimentare mondiale produttivo, sostenibile e resiliente”.
“L’agricoltura biologica, sostenibile e innovativa, rappresenta la via per raggiungere un equilibrio produttivo, economico e ambientale per il futuro – spiega Paolo Carnemolla, Presidente di FederBio – Come evidenziato nella Carta del Bio che attraverso il Forum Internazionale del Biologico abbiamo presentato in EXPO, quando si parla di innovazione per la sostenibilità è evidente il ruolo che gioca il biologico: innovazione agricola e alimentare per la sostenibilità che è anche innovazione organizzativa sul versante della rappresentanza del nuovo ruolo economico e sociale dell’agricoltura”.
“Nel corso del 2015 si è parlato molto del settore agro-alimentare e alcuni eventi internazionali, come EXPO 2015 di Milano o COP21 di Parigi, hanno sottolineato l’importanza delle sue molteplici ricadute sulla qualità della vita del pianeta – sottolinea Stefano Bocchi – Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali. Università degli Studi di Milano – La sfida che dobbiamo affrontare è duplice: da un lato assicurare cibo adeguato e accessibile per una popolazione crescente e dall’altro salvaguardare le risorse naturali in un’ottica di reale sostenibilità. Nei decenni passati, il paradigma della rivoluzione verde ha portato a considerare solo il primo obiettivo. Si sono in molti casi ottenuti risultati interessanti di aumento della produzioni, ma sono cresciuti fortemente gli impatti sulle risorse. L’agricoltura biologica, proposta come innovazione di sistema aziendale e agricolo, è stata generata nell’ambito delle scienze sistemiche. Con essa ci si propone di sperimentare soluzioni che assicurino non solo la produzione di beni e/o l’offerta di servizi eco-sistemici, ma anche il mantenimento della qualità delle risorse locali (acqua, aria, terreno, biodiversità, paesaggio, lavoro). Un recente articolo di rassegna bibliografica pubblicato sull’importante rivista scientifica Nature Plants, descrive efficacemente i risultati di ricerche e sperimentazioni sviluppate applicando i principi e le tecniche dell’agricoltura biologica negli ultimi 30 anni e ci costringe a superare alcuni luoghi comuni, molto diffusi, che descrivono l’agricoltura biologica come un ritorno al passato, quindi affetta da forti svantaggi produttivi, che comporta scarsi livelli di competitività della coltura nei confronti dei parassiti e generali svantaggi organizzativi a livello aziendale. A fronte di una crescita costante della domanda, di un aumento del numero di aziende biologiche non esiste un riscontro in proporzionali incrementi di impegno da parte dei settori della ricerca, della comunicazione/formazione/educazione, dell’organizzazione dei mercati, del mondo dei controlli e certificazioni. E’ quindi auspicabile una nuova food policy che, ispirata dai principi dell’agro-ecologia, affronti questi molteplici aspetti in modo integrato. Una food policy che quindi inizi a coniugare i concetti di dieta sostenibile con quelli di sicurezza alimentare e ambientale”.