A fronte della sentenza n. 201000183 del 19 gennaio 2010 del Consiglio di Stato che tenta di forzare il Governo e le Regioni a rendere possibile subito la coltivazione degli OGM in Italia, FederBio, Federazione Italiana Agricoltura Biologica e Biodinamica, esprime il proprio dissenso
FederBio esprime lo sconcerto delle 34 organizzazioni associate, a rappresentanza della quasi totalità del settore biologico, sia a livello nazionale che regionale, e del 40% dei produttori Bio italiani.
Il Consiglio di Stato con questa sentenza dimostra di non aver tenuto in alcuna considerazione le necessità delle decine di migliaia di agricoltori che in Italia coltivano con metodo biologico i propri terreni, a favore dell’ambiente e della salute delle persone. L’introduzione della coltivazione degli OGM in Italia, in assenza di piani adeguati di protezione per le coltivazioni biologiche, mette a grave repentaglio la stessa possibilità di poter continuare a produrre in modo biologico, in quanto la facile contaminazione che può determinarsi sia per la fecondazione incrociata tra colture biologiche ed OGM che per l’inevitabile contaminazione delle filiere comporterebbe la non possibilità di produrre e vendere prodotti biologici esenti da OGM, come la legislazione comunitaria richiede.
Numerosi sono infatti gli studi scientifici che hanno riguardato la natura della contaminazione tra colture GM e colture non GM, al fine di definire idonee misure di protezione come il mantenimento di una fascia di rispetto intorno alle coltivazioni GM. L’attuale distanza di separazione raccomandata, secondo il protocollo del Supply Chain Iniziative on Modified Agricultural Crops (SCIMAC) tra coltivazioni convenzionali e GM, è rispettivamente pari a 80 m per il mais da foraggio e 200 m per il mais per l’alimentazione umana. Evidenze di flusso genico sono state trovate anche oltre tali distanze di separazione raccomandate. Chiunque può capire come una nazione piccola come l’Italia, così densamente popolata e coltivata, con una elevata presenza di coltivazioni biologiche, non possa essere idonea ad ospitare coltivazioni GM. Per questo le organizzazioni aderenti a FederBio invitano le Regioni a dichiarare i propri territori esenti da OGM, in modo da garantire lo sviluppo del Biologico in Italia. E’ grave che il Consiglio di Stato ritenga la questione esclusivamente di natura economica, senza considerare gli ingenti vantaggi per la società, sia sotto l’aspetto ambientale che sotto l’aspetto economico, della biodiversità agricola e delle coltivazioni biologiche.
In particolare, il Presidente Paolo Carnemolla sottolinea: “Il Biologico è sinonimo di prodotti di qualità, tracciabilità e trasparenza, requisiti richiesti da un numero sempre crescente di consumatori. Sia nei negozi che nei più grandi supermercati è possibile scegliere prodotti garantiti, contrassegnati dal bollino Bio. La normativa sul Bio vieta drasticamente l’impiego di OGM e derivati in ogni fase del processo produttivo, dunque il consumatore che non vuole mangiare OGM deve comprare Biologico. Per questi motivi, la Federazione auspica una immediata e adeguata reazione da parte delle Istituzioni dopo la sentenza. Appoggiamo in pieno la posizione chiara e coraggiosa del Ministro Zaia ma è necessario che l’intero Governo si esprima con chiarezza.”