Dopo dieci anni il settore del biologico è arrivato ad un punto di svolta: la Commissione Agricoltura della Camera ha approvato ieri la proposta di legge “Disposizioni per lo sviluppo e la competitività della produzione agricola e agroalimentare con metodo biologico”.

La Commissione Agricoltura della Camera ha approvato ieri il testo unico sull’agricoltura biologica, da anni atteso dall’intero comparto. Il testo, che sarà trasmesso alle commissioni competenti in sede consultiva per l’espressione del parere di competenza, ha l’obbiettivo di mettere ordine e dare valore a un settore in costante crescita e sempre più in grado di rispondere alle istanze dei nuovi consumatori.

I deputati Pd Massimo Fiorio e Alessandra Terrosi, rispettivamente primo firmatario e relatore della proposta di legge, hanno messo in evidenza come l’obbiettivo del provvedimento sia quello di riconoscere l’agricoltura biologica “quale attività di interesse nazionale con funzioni sociali ed economiche rilevanti, capace di promuovere la sicurezza alimentare ed il benessere degli animali e ridurre le emissioni nocive”.

L’approvazione del testo di legge è stata accolta con entusiasmo da FederBio, secondo cui il provvedimento permetterà all’Italia di fare finalmente proprio il riconoscimento espresso dall’Unione europea sull’argomento. Da una decina di anni, l’Europa ha infatti preso atto delle importanti funzioni sociali della produzione biologica: la fornitura di beni pubblici che contribuiscono alla tutela dell’ambiente, il benessere degli animali e lo sviluppo rurale, assieme all’alimentazione di un mercato che risponde alla crescente domanda mondiale di prodotti biologici.

“Esprimiamo il nostro apprezzamento in merito al fatto che una legge dello Stato definisca l’agricoltura biologica come “attività di interesse nazionale” – commenta il Presidente di FederBio Paolo Carnemolla – “non fosse altro perché ciò costituisce il riconoscimento dell’impegno di oltre 60.000 aziende agricole che si prendono cura dell’ambiente e del territorio, senza utilizzare nei loro campi nemmeno un grammo di concimi e pesticidi chimici di sintesi, e delle oltre 8.000 imprese che trasformano la materia prima prodotta da più di un milione e mezzo di ettari (oltre il 12% della superficie agricola complessiva italiana), un settore virtuoso con circa 250mila addetti, in gran parte composto da giovani e donne istruiti, dinamici e fortemente impegnati.”

In qualità di organizzazione che rappresenta tutti gli attori della filiera biologica, FederBio è sin d’ora pronta a portare il proprio contributo per la redazione del Piano d’azione nazionale per l’agricoltura biologica e i prodotti biologici da aggiornare annualmente come previsto dal DDL. Il Piano dovrà essere coerente all’obiettivo di favorire la conversione al biologico delle imprese agricole e agroalimentari, di rafforzare l’organizzazione della filiera, di incentivare il consumo, di potenziare il sistema di controllo e, non da ultimo di incentivare la ricerca e l’innovazione. FederBio è inoltre già impegnata ad aprire il cantiere per un organismo interprofessionale unico per il settore, in linea con i parametri indicati dal testo approvato ieri.

Il biologico italiano
L’incidenza del comparto biologico in Italia fotografa un paese sempre più cosciente delle potenzialità e dei benefici che questo tipo di agricoltura porta con sé.
L’Italia è infatti il sesto Paese al mondo per superficie sottratta all’uso dissennato della chimica in agricoltura, il nono per incidenza dell’agricoltura biologica rispetto a quella complessiva e per tasso d’incremento delle superfici biologiche.
In Europa, l’Italia detiene il primato per numero di aziende agricole biologiche e, a livello internazionale, è il settimo mercato mondiale per consumo di prodotti biologici. Leader mondiale per quantità di prodotti biologici al mondo, l’Italia è al primo posto per la produzione di agrumi biologici, al secondo posto al mondo per l’apicoltura e per la produzione di ortaggi, di uva e di olive, al terzo posto per la produzione di frutta, al quarto posto per le leguminose.

Il biologico una soluzione per l’ambiente e per il benessere dell’uomo
I dati degli istituti pubblici di ricerca guardano allo sviluppo della produzione biologica come soluzione per permettere la salvaguardia di un ambiente ormai al limite estremo e per garantire la sicurezza e la qualità dell’alimentazione. Le ricerche condotte denunciano che il 63,9% delle acque superficiali del nostro Paese è contaminato da pesticidi – nel 21,3% dei casi in concentrazioni superiori ai limiti ammessi – e che il 31,7% delle acque sotterranee è contaminato. A ciò si aggiungono i dati ARPA, ASL e Istituti Zooprofilattici che evidenziano come l’agricoltura convenzionale nel 2015 ha portato sulle tavole degli italiani il 66.1% della frutta e il 30,9% degli ortaggi con residui di pesticidi.
L’agricoltura biologica è perciò un valido alleato per la salute e la sicurezza alimentare degli italiani. Una tesi questa avvalorata dal rapporto scientifico commissionato l’anno scorso dal Parlamento europeo. Dal rapporto emerge che il consumo di cibo biologico è correlato alla riduzione del rischio di malattie allergiche e di obesità, e alla diminuzione degli effetti negativi sullo sviluppo cognitivo e neurologico dei bambini causati dagli attuali livelli di esposizione di insetticidi, in particolare durante la gravidanza e l’infanzia.
Le colture biologiche hanno un tenore di cadmio inferiore a quelle convenzionali, il latte e la carne biologici presentano una maggior quantità di acidi grassi omega3, il rifiuto degli antibiotici nella produzione animale riduce al minimo il grave problema dell’antibiotico resistenza, con benefici per la salute pubblica potenzialmente considerevoli.

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