Con FederBio il Biologico allarga i confini
Un comparto in continua crescita che va oltre i confini geografici e settoriali;
il biologico dalla Cina al verde pubblico
Il Biologico italiano è uno tra i settori più dinamici dell’economia nazionale. Lo dimostrano non solo i più recenti dati SINAB, che evidenziano per esempio come il nostro Paese sia il primo produttore di Biologico in Europa, bensì anche le attività portate avanti da FederBio, Federazione Italiana Agricoltura Biologica e Biodinamica, attraverso le quali il Biologico Made in Italy è andato oltre i confini sia geografici che settoriali.
Il biologico italiano è “uscito” dai tradizionali settori ai quali si collega, per esempio l’area dell’alimentazione o della cosmesi; il Bio Made in Italy ha addirittura raggiunto l’ambito del Verde Pubblico.
Grazie allo sforzo innovativo di FederBio alcune associazioni di categoria hanno iniziato ad impostare programmi biologici in aree no-Food. E’ il caso dell’Associazione Nazionale Vivaisti Esportatori (ANVE), che ha aderito all’iniziativa Bio-Habitat, un programma di cura biologica del verde pubblico.
Bio-Habitat è uno standard di recente introduzione, che riguarda l’applicazione del metodo biologico nelle aree verdi a destinazione non agricola.
Nasce dalla collaborazione tra il mondo del biologico, le imprese private, il settore del turismo e del verde pubblico e privato con il coinvolgimento di esperti del settore per la sua definizione.
In particolare le modalità di progettazione e conduzione del verde a destinazione non agricola sono definite nel Disciplinare, mentre gli altri documenti di riferimento sono rappresentati dalle Regole generali, dal regolamento dell’uso del marchio, dai Punti di controllo e criteri di adempimento e Lista di riscontro.
Bio-Habitat è una best practice progettata secondo un disciplinare che segue i principi del REG CEE 834/07 che disciplina l’attività del metodo biologico.
Questo schema di certificazione è rivolto alle Amministrazioni pubbliche, Enti pubblici e privati ed Operatori che gestiscono parchi, giardini, campeggi, villaggi turistici, agriturismi, alberghi, residenze storiche, verde urbano e scolastico.
Le evoluzioni più importanti di tale processo innovativo collettivo si hanno nell’ambito del turismo e delle città d’arte secondo un concetto di interazione ed integrazione reciproca e nell’ottica della sostenibilità complessiva dello spazio vissuto.
Le Organizzazioni interessate alla certificazione delle proprie aree verdi secondo questo standard, devono rispettare i requisiti e gli adempimenti contemplati nei documenti normativi, dunque attraverso una filiera di controllo molto forte si realizza un processo di qualità globale nel contesto turistico, che va dai menù somministrati agli ospiti fino all’ambiente circostante primo di pesticidi o di sostanze dannose.
In riferimento invece ai confini geografici il Biologico italiano ha raggiunto addirittura la Cina. Grazie ad un progetto congiunto di FederBio, ANVE (Associazione Nazionale Vivaisti Esportatori), ICE (Istituto per il Commercio Estero), e MiSE (Ministero dello Sviluppo Economici), infatti, il biologico italiano è sbarcato all’Expo Universale di Shanghai, con un nutrito programma di eventi e di attività promozionali. Si tratta di un’esperienza unica che segna idealmente il passaggio verso l’Expo Universale di Milano del 2015.
Convegni, mostre, video, testimonianze e B2B fra aziende cinesi ed italiane rappresentano la punta di diamante di un programma che è destinato a rafforzare la collaborazione italo-cinese nel tempo.
L’iniziativa di Shanghai si inquadra in un programma molto vasto di cooperazione promozionale che rientra nell’ambito dell’intesa operativa che FederBio ha rinnovato con il Ministero dello Sviluppo Economico, e con ICE, Istituto per il Commercio Estero, per l’internazionalizzazione del Biologico italiano.
Durante SANA, infatti, l’obiettivo è stato quello di creare un punto di incontro tra le aziende italiane e i mercati esteri, affinché si possano sviluppare nuove opportunità per il Bio Made in Italy. Nei tre giorni del
Salone Internazionale del Naturale, in collaborazione con BolognaFiere, FederBio organizza una serie di incontri B2B tra i buyer specializzati delle maggiori catene distributive internazionali, da Stati Uniti, Cina, Brasile, Russia, Egitto, Turchia, Marocco, Tunisia, Emirati Arabi e Dubai, e le aziende espositrici italiane interessate.
Per evidenziare e soprattutto premiare l’impegno delle aziende italiane ad avvicinarsi ai mercati esteri FederBio ha lanciato nel 2010 il premio Export dedicato alle migliori performance commerciali dei propri soci; il Premio ha come focus settoriale l’area del vino e come focus geografico la Cina.
La ‘Commissione del Premio Federbio’ ha assegnato ex aequo i seguenti premi:
Premio “Qualità” all’azienda Cantine Sgarzi Luigi, per il prodotto “CIAO”. Il premio viene assegnato per aver sviluppato un’offerta ricca e articolata nel rispetto della tradizione e del legame con il territorio.
Premio “Innovazione” all’azienda San Patrignano, per il suo prodotto “AVI”. Il premio viene assegnato per la capacità di produrre con innovazione valorizzando capitale umano e progetto sociale.
Premio “Tradizione” all’Azienda Vitivinicola Biologica Zuffa, per il suo prodotto “FINITUM”. Il premio viene assegnato per l’impegno dell’azienda nella scoperta e valorizzazione di vini antichi con forte legame con il territorio.
PREMIO EXPORT FEDERBIO – SHANGHAI 2010
Schede aziende vincitrici ed etichette vini
Cantine Sgarzi Luigi
Premio “Qualità” per il prodotto “CIAO”. Il premio viene assegnato per aver sviluppato un’offerta ricca e articolata nel rispetto della tradizione e del legame con il territorio.
La famiglia Sgarzi coltiva la vite e produce vino dal 1933.
Cantine Sgarzi Luigi ha sempre cercato di valorizzare la genuinità, la continuità produttiva e la cultura del vino rispettando la tradizione.
La continua selezione dei vitigni più pregiati delle varie regioni viticole italiane è stata fondamentale per arricchire l’assortimento dei prodotti e mantenere il rapporto qualità-prezzo molto competitivo.
Tutte le fasi della produzione vengono seguite dal personale e il sistema di gestione aziendale è certificato secondo le norme ISO9001:2008 e ISO14001:2004.
La gamma dei prodotti di Cantine Sgarzi Luigi comprende vini sfusi e vini imbottigliati in diversi packaging, DOCG, DOC, IGT, biologici, mosti, mosti concentrati, mosti concentrati rettificati, succhi d’uva, succhi d’uva concentrati, vini aromatizzati.
Le selezioni di vini italiani in bottiglia e il Ciao in Tetra-PrismaPak stanno riscuotendo sempre più successo tra i consumatori e nei maggiori concorsi internazionali e vengono esportati in più di 60 paesi.
San Patrignano
Premio “Innovazione” per il suo prodotto “AVI”. Il premio viene assegnato per la capacità di produrre con innovazione valorizzando capitale umano e progetto sociale.
San Patrignano è una comunità che accoglie ragazze e ragazzi con problemi di droga senza discriminazioni ideologiche, sociali, religiose ed in modo completamente gratuito, cioè rifiutando rette e contributi economici dalle persone che svolgono il percorso, dai loro familiari e dallo Stato.
Dal 1978 ad oggi ha accolto oltre 20mila persone, offrendo loro una casa, l’assistenza sanitaria e legale, la possibilità di studiare, una solida formazione professionale, l’opportunità di cambiare vita e di reinserirsi a pieno titolo nella società. Attualmente i ragazzi in comunità sono circa 1.500, la maggior parte dei quali nella struttura principale di Coriano di Rimini e gli altri nelle sedi distaccate di Trento e di Novafeltria nelle Marche. Il nucleo centrale della comunità è composto da 140 operatori volontari, cui si aggiungono 350 tra dipendenti, collaboratori e consulenti, molti dei quali ex tossicodipendenti. Della struttura organizzativa fanno parte una Fondazione, i cui beni appartengono esclusivamente ai ragazzi di volta in volta accolti, e un consorzio che riunisce tre cooperative sociali senza scopo di lucro, attive nella formazione professionale orientata al pieno recupero e reinserimento sociale dall’emarginazione e dalla tossicodipendenza.
La comunità ospita anche 100 bambini figli di ragazzi che stanno svolgendo il percorso di recupero e di operatori, numerosi nuclei familiari e circa 30 minorenni con gravi problemi di disagio e consumo di droghe. In comunità è attivo un centro medico con 50 posti letto, specializzato nelle malattie correlate alla tossicodipendenza; esistono, inoltre, un centro educativo per i bambini da zero a quattordici anni, strutture abitative, scolastiche e per lo sport, un teatro, un auditorium, 53 laboratori e centri di formazione professionale, un villaggio con 60 villette per le famiglie degli operatori e per i ragazzi che stanno ricostruendo il proprio nucleo familiare. In questi anni, San Patrignano ha accolto moltissime persone in regime di arresti domiciliari e di affidamento in prova ai servizi sociali, sostituendo più di 3.600 anni di carcere in percorsi riabilitativi orientati al pieno recupero e al reinserimento sociale e lavorativo. Secondo ricerche sociologiche e tossicologiche svolte negli ultimi tredici anni dalle Università di Bologna, Urbino e Pavia su campioni di ex ospiti della comunità, la percentuale di persone totalmente recuperate dopo aver completato il percorso a San Patrignano supera il 72 per cento.
I fondi necessari al mantenimento dei ragazzi, al fabbisogno e alle strutture derivano, per il 50 per cento, dalle attività e dai beni e servizi prodotti secondo il principio dell’autogestione e, per il restante 50 per cento, da donazioni e contributi di privati. Dal maggio 2008, l’intera area della comunità è smoke free.
Commenta Andrea Muccioli: “La vista che si apre dalle nostre finestre è un alternarsi di colline dolci, un inseguirsi di pendii che guardano verso il mare. È il paesaggio di quest’angolo di Romagna, fra Rimini e San Marino, ed è anche un’immagine della vita a San Patrignano, dove dolore e riscatto si intrecciano ogni giorno.
È in questo panorama che riacquistano significato parole come dignità, responsabilità, rispetto. Quando 29 anni fa, mio padre decise di spendere se stesso per le persone più sole e fragili, pensò di far loro toccare con mano il valore dell’impegno, la fatica e la pazienza necessaria a ottenere il risultato sperato.
Per questo, fra le prime cose che fecero insieme, ci fu il vino. Ancora oggi la produzione del vino, come ogni attività di San Patrignano, non è il fine, ma uno dei tanti mezzi per dimostrare che passione e attenzione possono riaccendere una luce nel buio dell’anima. In ogni passaggio di questo lavoro, dalla selezione dei cloni e delle vigne migliori alla potatura invernale, dalla vendemmia alla vinificazione all’affinamento in barrique e in bottiglia, fino alla distribuzione, i protagonisti sono loro, i ragazzi di San Patrignano. Che diventino agronomi o tecnici di cantina, secondo la scelta di ognuno, la ragione principale di questo impegno per la qualità è misurarsi con il proprio futuro, con il lavoro da svolgere domani, con il giudizio, imparziale di chi assaggerà o scriverà del nostro vino. Per noi, innamorarsi della vite aiuta ad amare la vita.”
Azienda Vitivinicola Biologica Zuffa
Premio “Tradizione” per il suo prodotto “FINITUM”. Il premio viene assegnato per l’impegno dell’azienda nella scoperta e valorizzazione di vini antichi con forte legame con il territorio.
L’Azienda Vitivinicola Biologica Zuffa nasce, enologicamente parlando, nel 1800 a Imola, Emilia Romagna. Ne è la prova la prima bottiglia col numero 1, etichettata proprio in quell’anno. Prima di allora veniva prodotto solo vino sfuso o bottiglie non etichettate per consumo esclusivamente familiare.
L’azienda si estende per una cinquantina di ettari tra Imola, Casalfiumanese, Ozzano Emilia e Dozza.
In ogni appezzamento studi geologici, agronomici e enologici hanno permesso di individuare i cloni e i portainnesti più adatti a quel pedo-clima, le forme di allevamento più consone per non imporci sulla natura ma per seguire le sue caratteristiche.
I vigneti, i cui ceppi vanno dai 3500 ai 4150 per ettaro sono tutti coltivati, secondo la difesa biologica.
La produzione media per ceppo è di 1,2 kg di uva. Le uve vengono vendemmiate manualmente e solo un 65% di esse viene vinificata dall’azienda. La cantina centrale sorge a 5 km da Dozza, la più importante e vocata città per il vino in Emilia Romagna, dove sorge, inoltre, la prestigiosa Enoteca Regionale dell’Emilia Romagna.
Le uve a bacca bianca quali Albana, Trebbiano, Pignoletto, Sauvignon Blanc, Chardonnay vengono criomacerate, pressate sotto vuoto e fermentate in riduzione di ossigeno.
Queste tecnologie delle quali diverse a brevetto permettono di ottenere profumi di una delicatezza e un eleganza incredibili con una nitidezza di espressione, sia olfattiva che gustativa straordinaria, con una morbidezza d’insieme al palato unica.
Le uve rosse, quali Sangiovese, Barbera, Cabernet Sauvignon e Pinot Nero, vengono surmaturate e vendemmiate tardivamente, per poi affinarsi, in acciaio i rossi giovani e in caratelli di rovere nelle bottaie sotterranee del 1700 le riserve. Da ricordare, che tutti i rossi beneficiano di una fermentazione malo lattica e non subiscono filtrazioni.