Dibattiti, mostre e laboratori per scoprire l’importante ruolo che l’Italia ha avuto e ha nella conservazione della biodiversità agraria nel mondo
Scoprire le origini del cibo che mangiamo, trovare i valori della dieta mediterranea, valutare come l’agricoltura saprà cambiare per effetto dei cambiamenti climatici: questi i grandi temi de La Settimana della Biodiversità, 4 giorni, dal 20 al 23 maggio, di dibattiti, concerti, mostre laboratori che si tengono presso l’Auditorium Parco della Musica di Roma.
Un momento per scoprire quindi i legami che esistono tra la natura, il cibo e la cultura e per riflettere sulla biodiversità agraria, sul ruolo che essa ha nella nostra alimentazione e sull’importanza che essa ha nell’assicurare uno sviluppo agricolo sostenibile.
“L’impoverimento della biodiversità innesca una reazione a catena. La scomparsa di una specie comporta l’estinzione di altre innumerevoli specie, con cui essa è legata attraverso le reti e le catene alimentari. La crisi della biodiversità, tuttavia, non sta solo nella scomparsa della specie, che diventano materie prime industriali e fanno crescere i fatturati delle grandi imprese. È anche, e più fondamentale, una crisi che minaccia i sistemi di sostegno della vita e la stessa sopravvivenza di milioni di persone nel Terzo Mondo” ha commentato Vandana Shiva.
Un ruolo non indifferente nell’estinzione della biodiversità lo sta avendo sicuramente anche l’agricoltura; l’espansione dell’agricoltura industriale e la maggiore pressione della popolazione sui sistemi agricoli tradizionali comportano un maggiore inquinamento dell’ambiente e la riduzione degli habitat, per far posto a nuove terre coltivabili.
Esistono tuttavia metodi di coltivazione che cercano di coniugare la sostenibilità ambientale e sociale in sistemi agricoli più diversificati. L’agricoltura integrata, biologica, biodinamica o in generali le molteplici forme che si possono trovare sotto la definizione che riducono o non fanno uso di input chimici, non sono altro che un tentativo in questa direzione. In questi modelli agricoli non solo la biodiversità coltivata è molto maggiore rispetto all’agricoltura intensiva, ma anche l’impatto sulla biodiversità naturale è molto ridotto.
“L’agricoltura biologica svolge un compito molto importante nella conservazione ed implementazione della biodiversità e delle caratteristiche ambientali. – commenta Roberto Pagliuca, Segretario Generale di FederBio – Il concetto di biodiversità è un principio generale dell’agricoltura biologica e per questo motivo abbiamo deciso di dare il patrocinio della Federazione a questo importante festival, proprio nell’Anno Internazionale della Biodiversità. Ogni organismo vivente viene tenuto in considerazione, dal più piccolo microorganismo che vive nel terreno al più imponente albero. Per questa ragione, ogni anello della catena di produzione dei prodotti biologici è studiato per mantenere e, dove è possibile, incrementare la diversità delle piante e degli animali”.
I metodi di coltivazione impiegati in agricoltura biologica, infatti, influiscono positivamente sulla biodiversità in tutte le tappe della catena alimentare: l’impiego di concimi organici e il divieto di impiegare pesticidi e fertilizzanti sintetici incrementa la biodiversità del suolo ed aumenta la concentrazione dei microrganismi, quali lombrichi, coleotteri e ragni, nel terreno; l’adozione della rotazione delle colture, con un’appropriata scelta delle varietà, aumenta la biodiversità a livello genetico e specifico; infine, la scelta di coltivare varietà locali di piante e razze autoctone di animali porta a mantenere e a tutelare la biodiversità e le peculiarità delle differenti aree territoriali.
Ecco gli esempi concreti, sulla base dei dati della Royal Society – la più prestigiosa organizzazione scientifica della Gran Bretagna – emersi da un lungo ed impegnativo lavoro svolto da scienziati che hanno messo a confronto la fauna selvatica nelle aziende biologiche e in quelle convenzionali. Le differenze trovate, sono enormi: nei terreni biologici si registra fino al doppio delle piante trovate in quelli convenzionali, fino al 50 per cento in più di ragni, il 60 per cento in più di uccelli e il 75 per cento in più di pipistrelli.
Dunque, in modo inequivocabile “…..l’agricoltura biologica è associata con livelli elevati di biodiversità”, afferma il rapporto (R.J. Fuller et al., 2005).
Il legame virtuoso tra agricoltura biologica e biodiversità è supportato da una lunga serie di evidenze scientifiche, come riportato dal Dossier IFOAM (Stolton, 2002), che dimostrano come l’applicazione corretta del metodo di conduzione biologico determina un maggiore tasso di biodiversità applicata ai suoi tre livelli di studio: diversità genetica, di specie ed ecosistemica.
Il passaggio da un sistema agricolo convenzionale ad uno biologico, quindi, può contribuire in modo sostanziale al recupero e alla conservazione della biodiversità selvatica e rurale.