Sullo smartphone com’è stato coltivato e trasformato il cibo

In Gazzetta il decreto Masaf che istituisce l’infrastruttura digitale BioTrac. Entro sei mesi basterà inquadrare un QR code con lo smartphone per sapere da dove arriva, come è stato coltivato o trasformato un prodotto biologico. In sei mesi sarà operativa BioTrac, la nuova piattaforma pubblica che seguirà ogni passaggio delle produzioni bio, dalla tavola al produttore. Istituita con il decreto del 24 luglio 2025, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 22 agosto 2025 dal ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste (Masaf), l’infrastruttura digitale traccerà provenienza e qualità dei prodotti e offrirà ai consumatori informazioni chiare e verificabili: una vera e propria carta d’identità digitale. Una novità che arriva mentre l’Eurostat fotografa la crescita della produzione ortofrutticola europea: nel 2024 l’Ue ha raccolto 62,2 milioni di tonnellate di verdure fresche (+6% sul 2023) e 24,3 milioni di tonnellate di frutta, con l’Italia protagonista in più filiere.

Soggetti coinvolti

BioTrac è gestito dal Masaf attraverso il Sistema Informativo Biologico (Sib) e il Sistema Informativo Agricolo Nazionale (Sian). Nella prima fase, l’obbligo riguarderà gli operatori aderenti al Registro nazionale dei distretti biologici, che dovranno alimentare la piattaforma con i dati delle sezioni. Sono previsti anche soggetti delegati – come centri di assistenza agricola, professionisti, studi tecnici – per supportare gli operatori nell’inserimento delle informazioni.

Cosa devono fare gli operatori

Gli operatori biologici certificati avranno 15 giorni di tempo per inserire in BioTrac i dati di ogni operazione di acquisto o cessione: codice fiscale o codice univoco di azienda agricola (Cuaa); descrizione e lotto del prodotto; tipologia (biologico o in conversione); quantità ceduta/acquistata; data della ne; dati della controparte; documenti di trasporto o fatture. Il compito di inserire i dati spetta al cedente, mentre la controparte dovrà confermare o rifiutare l’operazione nello stesso termine. Senza conferma, la tracciabilità si interrompe e il prodotto può perdere lo status biologico.

Etichettatura e trasparenza

Una volta registrato il prodotto, BioTrac genera un codice identificativo o QR de da riportare su etichette, confezioni o documenti commerciali. Inquadrandolo con lo smartphone, sarà possibile per i consumatori verificare origine, qualità e percorso del prodotto, nonché informazioni sulla sostenibilità ambientale, salubrità del terreno, lontananza da impianti inquinanti, utilizzo di prodotti fitosanitari ecocompatibili e sulle tecniche di lavorazione e di imballaggio dei prodotti utilizzati. Una garanzia che diventa utile ad orientare i cittadini verso scelte di consumo consapevoli in un mercato agricolo europeo sempre più vasto: l’Italia, ad esempio, ha raccolto, nel 2024, 13,9 milioni di tonnellate di verdure fresche, seconda solo alla Spagna, ed è stata primo produttore Ue di pomodori (36% del totale). Risulta tra i principali produttori anche di frutta, bacche e noci (5,4 milioni di tonnellate) di cui mele (21%) e pere (24%) e pesche (33%).

Tempistiche e prospettive

Il decreto prevede che la piattaforma sia operativa entro 180 giorni: senza questa condizione, il provvedimento non produrrà effetti. Nessun costo aggiuntivo per la finanza pubblica: si utilizzeranno risorse e strutture già disponibili. Dopo la fase di avvio nei distretti, l’obiettivo è estendere BioTrac a tutta la filiera biologica nazionale, rafforzando i controlli e riducendo il rischio di frodi alimentari.

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FONTE


TESTATA: Italia Oggi
AUTORE: Pina Ricciardo
DATA DI PUBBLICAZIONE: 26 agosto 2025