L’intervista alla presidente di FederBio, Mammuccini: «Nuovo marchio in arrivo per tutelare e valorizzare i prodotti»

Le coltivazioni biologiche guadagnano terreno sia come spazi occupati che come operatori e potrebbero fare un salto di qualità con il nuovo marchio «Biologico italiano» che tutelerà le produzioni 100% nazionali. Per il sua battesimo il ministero dell’AgricoItura ha scelto la giornata europea del biologico, che si è celebrata a Roma il 16 settembre scorso e che ha visto riunite le principali associazioni agricole e di settore. E siccome servono ancora quattro o cinque mesi di lavoro burocratico, il nuovo marchio – un cuore tricolore con affianco la dicitura “Biologico italiano”  dovrebbe essere sugli scaffali a partire dall’inizio del prossimo anno. Delle prospettive del settore parliamo con la presidente di FederBio, Maria Grazia Mammuccini al vertice di un movimento che vede 97.170 (+2,99g rispetto al 2023) operatori biologici, di cui oltre 87.000 rappresentato da aziende agricole bio (+3,4%).

Presidente, una tappa importante quella del marchio. Per quali ragioni?

Il marchio era una cosa che stavamo aspettando e i dati ci dicono che sia per i consumatori italiani che per quelli esteri esiste un legame stretto tra l’origine della materia prima e l’idea della sostenibilità. Credo che questo nuovo marchio sia una grande opportunità per aumentare il nostro export, ma anche i consumi nazionali. Ed è anche un’importante possibilità di sviluppo, perché si tratta di uno strumento concreto che permette di identificare immediatamente i prodotti biologici realizzati con materie prime coltivate esclusivamente in Italia. Non è solo un elemento distintivo, ma un vero e proprio valore aggiunto per rafforzare il ruolo dei produttori agricoli puntando al giusto prezzo, tutelare la filiera nazionale e premiare chi investe nella qualità italiana. In un mercato globale dove la trasparenza diventa sempre più importante, questo marchio consente di distinguerci, costruendo fiducia e tracciabilità, sostenendo i nostri produttori e garantendo ai cittadini la massima riconoscibilità del biologico nazionale. Inoltre, valorizza l’identità e il legame con il territorio e unisce le nostre tradizioni agricole con la sostenibilità del metodo biologico, diventando un elemento cruciale per fare dell’agroecologia il paradigma di riferimento del sistema agroalimentare. […]

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FONTE


TESTATA: Il Resto del Carlino
AUTORE: Giorgio Costa
DATA DI PUBBLICAZIONE: 20 ottobre 2025