21/06/2007 – A Viareggio, poche ore prima dell’avvio della prima edizione di Saporbio, si è svolta l’assemblea annuale di FederBio. Un’assemblea molto partecipata, che con l’occasione della discussione sulle linee di programma proposte dalla Presidenza ha preso atto delle posizioni espresse dal Presidente di AIAB Andrea Ferrante e su queste ha finalmente potuto discutere in maniera diretta e approfondita. Ferrante non crede possibile che gli interessi legittimamente contrapposti che compongono il settore biologico e biodinamico italiano possano convivere nella Federazione per dare vita ad una rappresentanza autorevole e unitaria. Non crede però nemmeno possibile che il nostro settore possa rappresentarsi da solo, contando qualcosa in qualunque sede, e per questo sente un’esigenza incomprimibile di “contaminazione”. Non con gli OGM, ovviamente, ma con Coldiretti. E del resto è difficile dargli torto. Come dimostra la manifestazione dello scorso 20 giugno davanti a Montecitorio o si è ospiti negli stand gialli dell’organizzazione agricola che risiede sul Colle, a pochi metri dal Quirinale, oppure non si ha dignità alcuna e questo fatto deve aver colpito l’ambizioso Presidente di AIAB e i suoi collaboratori, in cerca di ruolo e forse anche di qualcos’altro. Chi conosce bene Andrea Ferrante sa già che i molti interventi delle organizzazioni associate alla Federazione che ribadivano, invece, la necessità di rilanciare la rappresentanza unitaria e di affrontare finalmente, assieme, i temi prioritari per il futuro del settore (piani di sviluppo rurale, mercato, informazione, legislazione e piano d’azione nazionale) non hanno nemmeno scalfito la sua granitica convinzione che, per dirla con il Marchese del Grillo, così si può sintetizzare: “io sono io e voi non siete un cazzo”. Il voto unanime dei presenti che ha approvato il documento della Presidenza (AIAB non ammessa al voto perché “morosa” sul fronte quote associative) e la forza della chiarezza con cui tutte le componenti della Federazione hanno bollato come “irricevibile” l’atteggiamento di AIAB dimostra come si sia giunti, finalmente, al momento delle scelte. FederBio ha scelto di andare avanti, modificando ancora, se sarà necessario, l’assetto organizzativo ma proseguendo la sua politica delle alleanze, aprendosi alle realtà del territorio e non più solo nazionali e rafforzando la sua azione sui temi che per il nostro settore sono davvero prioritari. AIAB, invece, forse ancora non ha scelto ma di certo quando lo farà saprà dove sta tutta la restante parte di quel settore a cui dice di appartenere.
Una nota, infine, su questa prima edizione di Saporbio, frutto dell’impegno soprattutto di Marco Columbro e Stefania Santini a cui va il ringraziamento mio personale e della Federazione assieme a quello per Marco Lamonica e Roberto Pinton, infaticabili sostenitori dello staff. La formula è vincente e positiva per un settore che ha necessità di comunicare e di uscire dalla ristretta cerchia degli addetti ai lavori. Un settore, come ci ha ricordato il Presidente di IFOAM Gerald Hermann, che in Italia sembra incapace di credere in sé stesso e nelle enormi potenzialità che presentano oggi il mercato alimentare e le politiche pubbliche. In troppi in questi due anni di preparazione dell’evento si sono voltati dall’altra parte, prendendo a pretesto ingenuità e errori dell’organizzazione. Credo sia stato uno sbaglio che non si deve ripetere e se Saporbio, come spero, andrà avanti la Federazione farà la sua parte per migliorare dove possibile e per far sì che l’evento sia davvero di tutti.