Un piccolo comune in Val Venosta sta intraprendendo la via dell’agricoltura sostenibile. Il risultato del referendum comunale, con oltre il 70% degli elettori a favore, agevola l’adozione dell’agricoltura biologica in una valle nella quale da sempre domina la monocultura delle mele, con processi ormai industrializzati a base di insetticidi, anticrittogamici e altri pesticidi.rn“Vista l’elevata presenza di agricoltori fra la popolazione di Malles, al centro di uno dei bacini produttivi frutticoli più importanti in Europa, si può affermare che anche la sensibilità degli agricoltori sta cambiando, a favore di un’agricoltura sostenibile per l’ambiente e attenta al benessere dell’uomo. Un cambiamento che deriva certo da una sempre più elevata attenzione e richiesta da parte dei consumatori di prodotti di qualità, sani e sicuri. – commenta Paolo Carnemolla Presidente di FederBio – L’impiego di pesticidi e diserbanti in agricoltura nuoce all’ambiente, alle falde acquifere all’uomo in generale. I produttori vivono nei campi e sono i primi a vivere gli effetti dei pesticidi e i cittadini italiani già negli anni ’90 si pronunciarono a larghissima maggioranza per vietarne in risposta a un referendum nazionale. Inoltre gli agricoltori sono consapevoli che la scelta della sostenibilità e del biologico è anche quella che tutela meglio la sopravvivenza economica futura delle loro aziende e del loro territorio. Ricordo che in Francia sulla base del decreto 665/2012, il morbo di Parkinson è stato inserito tra le patologie professionali agricole, sulla base di alcune ricerche che hanno messo in evidenza come l’effetto di alcuni pesticidi concorrano all’incremento di rischio di insorgenza di questa patologia”.rn“La via del biologico è scelta da sempre più agricoltori, da molti giovani e anche da numerose donne che scelgono di cambiare vita e di dedicarsi alla produzione di prodotti di qualità e che allo stesso tempo tutelino l’ambiente e la biodiversità. – sottolinea Michele Monetta, Presidente di UPBIO – un plauso va a chi, con impegno e con trasparenza, porta avanti iniziative di promozione di un’agricoltura sostenibile, che ormai è diventata una vera e propria necessità e che dovrebbe rappresentare una normalità. Pensiamo ai dati resi noti dall’Organizzazione Meteorologica Mondiale dell’ONU che dimostrano come nel 2013 il livello di gas serra nell’atmosfera ha raggiunto un nuovo record, spinto dall’aumento dei livelli di anidride carbonica. L’aumento tra il 1990 ed il 2013 del 34% del riscaldamento climatico causato da gas come l’anidride carbonica deve far comprendere che le produzioni sostenibili sono l’unica vera via da intraprendere”.rnConcludono Carnemolla e Monetta: “Ci auguriamo che il risultato del referendum diventi effettivo e che questa esperienza sia da esempio a molti altri comuni e non solo, alle istituzioni anche a livelli più elevati, per la crescita di una agricoltura davvero sostenibile. Purtroppo i primi segnali che arrivano dal Piano d’azione nazionale per l’uso sostenibile dei pesticidi approvato nei mesi scorsi non vanno in questa direzione, a conferma che la lobby dei produttori di veleni è forte e gode di ottimi appoggi anche fra le organizzazioni sindacali agricole”.