Al via la Conferenza Rio+20, una sfida importante per raggiungere obiettivi comuni e tutelare gli equilibri del pianeta, verso un nuovo assetto per lo sviluppo sostenibile globale e per l’umanità. Carnemolla: “L’agricoltura deve essere parte integrante di un’economia verde, per alleviare minacce globali come il cambiamento climatico, la perdita di biodiversità, la desertificazione, l’esaurimento delle risorse naturali”A 20 anni di distanza dal Vertice della Terra di Rio de Janeiro del 1992 si svolge dal 20 al 22 giugno la conferenza sullo sviluppo sostenibile Rio+20, stabilita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite: un’occasione cruciale per rinnovare l’impegno per lo sviluppo sostenibile, anche per l’agricoltura. Sin dal primo Vertice della Terra del 1992 anche l’agricoltura è stata chiamata in causa “perché lo sviluppo sostenibile non può essere raggiunto dai soli governi ma necessita anche la presenza della società civile: business e industria, bambini e giovani, agricoltori, popolazioni indigene, amministrazioni locali, organizzazioni non-governative, comunità scientifica e tecnologica, donne, lavoratori e sindacati".“FederBio ha partecipato al processo preparatorio dell’Assemblea che ha avuto l’obiettivo di promuovere nuovi traguardi in tema di sviluppo sostenibile – spiega Paolo Carnemolla, Presidente di FederBio – con il sostegno al Forum della Società Civile “l’Italia verso Rio+20”, promosso dal Ministero dell’Ambiente in collaborazione con il CURSA (Consorzio Universitario per la Ricerca Socioeconomica e per l’Ambiente), che è partner della  Federazione. La conferenza di Rio de Janeiro rappresenta una sfida molto importante, l’obiettivo è molto ambizioso, ma altrettanto necessario: raggiungere obiettivi comuni e tutelare gli equilibri del pianeta, verso un nuovo assetto per lo sviluppo sostenibile globale e per l’umanità, rafforzando l’impegno politico in tal senso con l’identificazione di un nuovo paradigma di crescita economica, socialmente equa e ambientalmente sostenibile. In questo scenario l’agricoltura è coinvolta in maniera molto forte, per tutelare l’ambiente, in termini soprattutto di cambiamenti climatici, biodiversità, esaurimento delle risorse naturali; l’agricoltura deve per forza adeguarsi alle nuove sfide ambientali, economiche e sociali che attendono la popolazione mondiale”.La produzione agricola, infatti, nel corso degli anni ha avuto un forte impatto ambientale: il contributo dell’agricoltura alla produzione dei gas serra e quindi al cambiamento climatico mondiali è aumentato, passando dai 39 miliardi di tonnellate del 1990 ai 49 miliardi di tonnellate del 2004, con una crescita percentuale del 25,6%. Questo incremento è collegato prevalentemente all’uso dei fertilizzanti, allo sviluppo della zootecnia, alla produzione di reflui e all’uso di biomassa per la produzione di energia (Intergovernamental Panel on Climate Change, IPCC).“Se consideriamo che entro il 2050 gli abitanti della Terra saranno, secondo le stime, 9,3 miliardi e il 70% vivrà nelle città dove, già nel 2007, si è varcata la soglia storica del 50% di popolazione residente, rispetto alle campagne, ci accorgiamo che è davvero necessario riflettere, anche nel nostro Paese, sulle “ricette” per conciliare la produzione agricola con la sostenibilità ambientale. – continua Carnemolla – Il ricorso a metodi di produzione biologici e biodinamici, riducendo l’impiego di fertilizzanti e concimi di sintesi, è un buon ingrediente per creare un equilibrio tra agricoltura e sostenibilità. Produrre in modo biologico, infatti, significa gestire in maniera sostenibile la produzione agricola basandosi sull'interazione tra le migliori pratiche ambientali, il mantenimento di un alto livello di biodiversità, l'applicazione di criteri rigorosi in materia di benessere degli animali e la salvaguardia delle risorse territoriali e fornire beni che contribuiscono alla tutela della salute, del territorio ed allo sviluppo sostenibile. Ricordo inoltre che la FAO considera la diffusione dell’agricoltura biologica come una promettente strategia per la mitigazione e l’adattamento ai cambiamenti climatici”.