Un position paper per chiedere alle istituzioni italiane ed europee di mantenere regole rigorose per tutelare il settore agroalimentare dalle mire delle grandi multinazionali del Biotech interessate a sdoganare la seconda generazione di Ogm. La proposta di deregolamentazione delle nuove tecniche genomiche (Ngt/Tea), se approvata, eliminerebbe tracciabilità, etichettatura e valutazione del rischio per i nuovi Ogm. Sedici organizzazioni della società civile hanno dunque redatto un documento congiunto in cui si illustrano tutte le criticità della deregulation fra cui le minacce alla sovranità mentare, alla biodiversità e alla sopravvivenza delle piccole e medie aziende agricole e sementiere italiane.

Il position paper mette in luce come la deregolamentazione rischi di aggravare il problema della brevettabilità delle varietà vegetali ottenute con Ngt/Tea. Finora, la normativa europea ha infatti permesso di identificare e tracciare gli Ogm, garantendo responsabilità in caso di contaminazione e proteggendo le filiere biologiche e non Ogm. L eliminazione di queste tutele, rilevano le organizzazioni, favorirebbe la circolazione incontrollata di risorse genetiche brevettate, con conseguenze gravi per la biodiversità e la resilienza dei sistemi agricoli.

Per i breeders indipendenti, la diffusione dei brevetti su geni e tratti genetici significa, d altra parte, dover affrontare barriere legali e finanziarie sempre più alte. Un singolo brevetto potrebbe interessare centinaia di varietà, mentre una sola varietà potrebbe essere coperta da più brevetti, costringendo i costitutori a negoziare licenze multiple e rallentando l’innovazione. Questo meccanismo rischierebbe di limitare l’accesso alle risorse genetiche e penalizza la ricerca pubblica, riducendo la possibilità di sviluppare varietà adattate ai tori e ai cambiamenti climatici.

Anche gli agricoltori rischiano di perdere il diritto di conservare e riutilizzare le proprie sementi, diventando dipendenti da varietà brevettate e input esterni. La contaminazione accidentale con tratti brevettati può portare a costosi contenziosi legali, mentre l abolizione dell’obbligo di pubblicare i metodi di identificazione dei nuovi Ogm faciliterebbe la biopirateria e l appropriazione indebita di risorse genetiche tradizionali.

Il mercato sementiero, già oggi dominato da poche multinazionali, rischia infine di diventare ancora più concentrato, con effetti negativi sulla diversità coltivata e sulla sostenibilità economica delle aziende agricole. I produttori biologici e non Ogm sarebbero esposti a rischi di contaminazione, perdita di fiducia dei tori e costi aggiuntivi per test e contenziosi.

Le richieste delle organizzazioni sono elencate in maniera chiara: mantenere regole rigorose su tracciabilità, etichettatura e valutazione del rischio per tutte le piante ottenute tramite Ngt/Tea, rafforzare le tutele contro la brevettabilità delle risorse genetiche, sostenere modelli di agricoltura basati sulla biodiversità, la conoscenza contadina e la sovranità alimentare. Solo così, conclude il documento, sarà possibile difendere il diritto degli agricoltori a custodire e tramandare le sementi, garantire la diversità dei sistemi agricoli e promuovere una vera transizione agroecologica.

Queste le associazioni firmataria del documento: Fondazione Seminare il Futuro, Centro Internazionale Crocevia, Arci, Terra!, Navdanya International, Pro Natura, vimento Consumatori, Fairwatch, Associazione Italiana per l Agricoltura Biodinamica, FederBio, Rete Semi Rurali, Wwf, Slow Food Italia, Asci, Altragricoltura Bio, Acu.[…]

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FONTE


TESTATA: Il Manifesto
AUTORE: Manlio Masucci
DATA DI PUBBLICAZIONE: 17 luglio 2025