La proposta di riforma della Politica Agricola Comune (PAC) per il periodo 2028-2034 presentata dalla Commissione Europea sta suscitando forti critiche da parte del mondo del biologico europeo e italiano. Le principali associazioni del settore esprimono una netta opposizione a una visione che considerano inadeguata per affrontare le sfide ambientali, climatiche e di sicurezza alimentare.
Al centro della contestazione, la decisione della Commissione di vincolare il bilancio PAC esclusivamente al sostegno al reddito sotto forma di pagamenti a superficie, lasciando agli Stati membri la responsabilità di finanziare le misure agroambientali. Una scelta che rischia di creare una “corsa al ribasso” tra i Paesi, compromettendo l’ambizione ambientale comune e mettendo a rischio la sovranità alimentare europea.
IFOAM Organics Europe chiede che almeno un terzo del bilancio PAC venga destinato in modo vincolante alla tutela dei servizi ecosistemici, compresa l’agricoltura biologica, come indicato anche dal Dialogo Strategico sul futuro dell’agricoltura promosso dalla Presidente della Commissione Ursula von der Leyen. Jan Plagge, presidente di IFOAM Organics Europe, sottolinea: “Senza una chiara direzione verso la sostenibilità, data dal bilancio UE, il rischio è quello di un progressivo disimpegno dalle politiche ambientali”.
FederBio, pienamente allineata alla posizione europea, sottolinea che anche il riconoscimento del valore strategico del biologico nella PAC post-2027 rischia di restare privo di effetti concreti in assenza di risorse dedicate. “Passare dall’obiettivo del 25% di superficie a biologico a un’impostazione che esclude vincoli di spesa per l’ambiente è una contraddizione incomprensibile”, dichiara Maria Grazia Mammuccini, presidente di FederBio. […]