Bologna, 21 aprile 2021 – Tutelare la Terra e i suoi ecosistemi è fondamentale per contrastare la deriva climatica e proteggere la salute dell’uomo e dell’ambiente. In occasione della 51a edizione della Giornata Mondiale della Terra, FederBio sottolinea l’importanza di custodire il pianeta da un declino senza precedenti.

Secondo un recente studio dell’Università di Sydney, pubblicato sulla rivista “Nature Geoscience”, due terzi dei terreni agricoli mondiali (il 64%, circa 24,5 milioni di km quadrati) sono a rischio di inquinamento da pesticidi, mentre un terzo (il 31%) è ad alto rischio. Tra le aree ad alto rischio, circa il 34% si trova in regioni ad alta biodiversità, il 5% in aree con scarsità d’acqua e il 19% in nazioni a reddito medio-basso.

I ricercatori dell’Università australiana hanno analizzato il rischio di inquinamento, causato da 92 sostanze chimiche comunemente utilizzate nei pesticidi agricoli (comprendenti 59 erbicidi, 21 insetticidi e 19 fungicidi), per il suolo, l’atmosfera, le acque superficiali e sotterranee in 168 Paesi, riscontrando che il 61,7% (circa 2,3 milioni di km2 ) dei terreni agricoli europei rientra tra quelli “ad alto rischio”.

Coltivare utilizzando solo sostanze di origine naturale, con il divieto di impiego di prodotti di sintesi chimica, mantenere la fertilità dei terreni e la conservazione della biodiversità, rappresentano elementi basilari dell’agricoltura biologica. Un terreno degradato riduce la capacità di mantenere e immagazzinare carbonio, contribuendo a favorire minacce globali come il cambiamento climatico.

“La crisi pandemica ha evidenziato la stretta relazione che c’è tra la salute della Terra e quella delle persone. L’agricoltura intensiva, la monocoltura, l’uso di diserbanti e concimi chimici di sintesi sono tra gli elementi che più impoveriscono il terreno. Siamo a un punto di svolta, non abbiamo più tempo. Serve l’adozione di un nuovo paradigma di produzione agroalimentare basato sulla transizione agroecologica, per preservare la fertilità della Terra.

Mentre per l’agricoltura convenzionale l’obiettivo è nutrire la pianta per l’aumento immediato delle rese, in agricoltura biologica l’obiettivo è nutrire la terra tutelandone la fertilità, gli ecosistemi e la biodiversità, per garantire cibo sano e nutriente e una stabilità di produzione in grado di rispondere alle esigenze del presente senza compromettere la possibilità di soddisfare i bisogni delle generazioni future.

Inoltre, secondo i dati pubblicati dal Rodale Institute, il metodo di coltivazione biologico è in grado di contribuire significativamente alla mitigazione del cambiamento climatico, ad arginare la perdita di biodiversità e a salvaguardare l’ambiente”, ha dichiarato Maria Grazia Mammuccini, Presidente di FederBio.

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Silvia Voltan

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