L’inquinamento da plastica è una delle sfide ambientali più gravi e urgenti. Ogni anno oltre 11 milioni di tonnellate di plastica finiscono negli oceani, con pericolose conseguenze ambientali. L’edizione 2025 della Giornata Mondiale dell’Ambiente è dedicata al contrasto di questa minaccia, che sta compromettendo la salute del nostro pianeta. La plastica, quando si degrada in minuscoli frammenti, rilascia microplastiche che vengono ingerite dagli animali, entrando così nella catena alimentare e causando gravi danni agli ecosistemi e alla nostra salute.
Secondo Ocean Conservancy, l’organizzazione ambientale statunitense impegnata nella protezione degli oceani, la produzione e il consumo di plastica raddoppieranno nei prossimi 10 anni, portando a circa 300 milioni di tonnellate la plastica negli oceani entro il 2035. Il rapporto “Global Plastics Outlook” dell’OCSE ha rimarcato, inoltre, che nel 2019 la plastica ha generato oltre 1,8 miliardi di tonnellate di emissioni di gas serra, corrispondenti al 3,4% di quelle emesse complessivamente a livello globale.
In occasione della Giornata Mondiale dell’Ambiente, istituita dalle Nazioni Unite per sottolineare l’importanza della protezione degli ecosistemi, FederBio evidenzia il contributo dell’agroecologia anche nella lotta all’inquinamento ambientale generato dalle plastiche. Infatti, oltre a un approccio sostenibile che rispetta i cicli naturali e non utilizza chimica di sintesi, le pratiche biologiche riducono significativamente l’uso di materiali plastici sostituendoli con bioteli e materiali biodegradabili.
Inoltre, le aziende agricole biologiche utilizzano imballaggi ecologici, compostabili o biodegradabili, come carta, cartone o materiali riciclati, al posto della plastica tradizionale. Anche questa scelta riduce drasticamente la quantità di plastica monouso che finisce nei rifiuti, contribuendo così a un ambiente più sano e a una gestione responsabile delle risorse.
L’inquinamento da plastica rappresenta una delle minacce più insidiose per la salute delle persone e degli ecosistemi. Secondo uno studio dell’Università di Newcastle gli esseri umani potrebbero ingerire fino a 5 grammi di plastica a settimana. Dati allarmanti che rendono prioritario implementare politiche efficaci per ridurre la produzione di plastica, incentivare il riciclo e aumentare la consapevolezza dei cittadini sull’urgenza di un cambiamento radicale verso la sostenibilità. L’agricoltura biologica può contribuire a diminuire questa pericolosa presenza, puntando sull’impiego di materiali biodegradabili e compostabili, contribuendo così alla protezione dell’ambiente e alla promozione di pratiche agricole più sostenibili.
Fonte: Redazione FederBio