“Le scelte relative al cibo che portiamo in tavola hanno implicazioni ambientali, economiche e sociali. I cambiamenti climatici, sempre più frequenti e intensi, rappresentano un chiaro segnale che il Pianeta è in forte sofferenza”. Ad affermarlo non è un attivista di Ultima Generazione, il movimento di attivisti climatici, ma Maria Grazia Mammuccini, presidente di FederBio, un’associazione italiana per l’agricoltura biologica.
La Festa del Bio
Gli agricoltori biologici, si sono ritrovati a Roma in occasione della Festa del Bio, per dimostrare che un’agricoltura diversa è possibile e che, fra mille difficoltà, c’è chi si sta rimboccando le maniche per provare a portare avanti un’agricoltura più sostenibile. Del resto, con oltre due milioni di ettari, l’Italia è il Paese europeo con la più alta percentuale di superfici agricole biologiche sul totale nazionale: 19%, contro l’11% di Spagna e Germania e il 10% della Francia. Agricoltori “controcorrente” rispetto a quelli che abbiamo visto nelle piazze a manifestare contro le politiche europee del Green Deal; agricoltori che ritengono la transizione agroecologica la vera risposta alla crisi dei sistemi agroalimentari.
La transizione agroecologica
Come racconta Marco Sala, dell’Azienda Agricola Cascina Selva, fondata nel 1947 all’interno del Parco del Ticino, che è passata dalla zootecnia a un’impresa multifunzionale, recuperando la marcita. Antica tecnica di coltivazione foraggera di origine medievale, tipica della pianura lombarda, patrimonio di biodiversità.
“Non sono andato a protestare perché non mi sentivo parte di quel movimento, noi facciamo un altro tipo di agricoltura”. I 300 ettari di marcite di Cascina Selva costituiscono oggi un ecosistema ricchissimo di biodiversità: “Dal 2012 siamo passati al biologico e si è rivelata una scelta vincente. I nostri campi sono coltivati solo a erba, non abbiamo bisogno di usare diserbanti e pesticidi”.
La rivoluzione colturale
Dal Parco del Ticino ci spostiamo alla provincia di Vercelli, dove una riseria biologica, utilizzando varietà antiche di riso, ha compiuto una totale rivoluzione del metodo colturale con la ricostruzione di un ecosistema e con la messa a dimora, negli anni, di circa 15 mila piante autoctone (una delle misure previste dal Green Deal contro cui protestavano gli agricoltori “non biologici” […]