Negli ultimi anni, il dibattito riguardante l’agricoltura biologica e i suoi impatti ambientali si è intensificato significativamente. Mentre l’agroecologia ha guadagnato notevole popolarità tra i consumatori alla ricerca di opzioni alimentari sostenibili, il consenso scientifico riguardo ai suoi benefici rispetto ai metodi di agricoltura convenzionale è rimasto in qualche modo diviso. Un nuovo studio innovativo (Sanders et al., 2025) pubblicato sulla rivista ‘Organic Agriculture’ fornisce quella che potrebbe essere la valutazione più completa fino ad oggi dei benefici dell’agricoltura biologica sia per la protezione ambientale che per il benessere animale.
Lo studio comparativo più ampio nel suo genere
Il recente articolo di ricerca, ‘Benefits of organic agriculture for environment and animal welfare in temperate climates’ di Sanders et al. (2025), rappresenta la valutazione più estesa dei sistemi di agricoltura biologica rispetto a quelli convenzionali condotta finora. Ciò che rende questo studio particolarmente degno di nota è la sua portata senza precedenti:
‘Finora, questo studio è il più grande del suo genere e il primo che aggiunge l’aspetto del benessere animale a una gamma completa di categorie di impatto‘ (Sanders et al., 2025, p. 1).
Il gruppo di studio, composto da 19 ricercatori di prestigiose istituzioni di ricerca agricola in Europa, ha condotto una revisione sistematica della letteratura scientifica che copre tre decenni (1990-2018). La loro analisi ha compreso 463 studi con 2.141 confronti a coppie tra sistemi di agricoltura biologica e convenzionale, tutti condotti in zone climatiche temperate.
Metodologia: un approccio sistematico
I ricercatori hanno implementato una metodologia rigorosa per garantire risultati completi e affidabili. Il loro approccio ha comportato:
- ricerca bibliografica sistematica. Il team ha consultato molteplici database scientifici tra cui Web of Science, Scopus e Organic Eprints, integrati da ricerche sul web per identificare studi pertinenti;
- criteri di selezione chiari. Sono stati inclusi solo studi provenienti da zone climatiche temperate che contenevano confronti a coppie tra sistemi di agricoltura biologica e convenzionale. I sistemi biologici dovevano essere stati implementati da almeno due anni prima della raccolta dei dati;
- estrazione e standardizzazione dei dati. I dati rilevanti sono stati estratti dalle pubblicazioni e convertiti in unità standard ove necessario. Quando i dati erano presentati graficamente, i ricercatori hanno utilizzato WebPlotDigitizer per l’estrazione standardizzata;
- categorizzazione dei risultati. Ogni confronto a coppie è stato categorizzato in base al fatto che l’agricoltura biologica abbia fornito evidenza di benefici maggiori, simili o inferiori rispetto all’agricoltura convenzionale. Laddove i livelli di significatività erano forniti nelle pubblicazioni originali, questi sono stati utilizzati per la categorizzazione; altrimenti, valori soglia (tipicamente ±20%, con soglie inferiori per indicatori con variazioni minori) hanno determinato se le differenze fossero classificate come ‘chiare’.
Risultati chiave: confermati i benefici ambientali
I risultati dello studio confermano sostanziali vantaggi ambientali dell’agricoltura biologica in molteplici ambiti:
Protezione dell’acqua: salvaguardare una risorsa vitale
La protezione della qualità dell’acqua è emersa come uno dei vantaggi più forti dei sistemi di agricoltura biologica. L’analisi completa ha esaminato molteplici aspetti della protezione dell’acqua, con particolare attenzione alla lisciviazione dei nitrati e alla contaminazione da pesticidi, due degli impatti agricoli più significativi sulle risorse idriche.
Lisciviazione dei nitrati
In 175 su 386 confronti (45%), l’agricoltura biologica ha portato a una lisciviazione di nitrati significativamente inferiore, mentre l’agricoltura convenzionale ha avuto risultati migliori solo in 73 casi (19%). In media, i metodi biologici hanno ridotto la lisciviazione dei nitrati del 26% rispetto alle pratiche convenzionali. I restanti 138 casi (36%) non hanno mostrato differenze chiare tra i sistemi.
I ricercatori hanno notato importanti variazioni contestuali in questi risultati. Le riduzioni più sostanziali della lisciviazione dei nitrati con la gestione biologica si sono verificate nei sistemi di coltivazione arabili, in particolare quelli con rotazioni colturali diversificate che incorporano leguminose in proporzioni appropriate. Come spiegano gli autori:
‘Perdite di N comparativamente elevate nell’agricoltura biologica erano solitamente il risultato di un tasso di aratura molto elevato di leguminose o di un’alta percentuale di colture intercalari nei sistemi convenzionali – entrambi non rappresentativi per i sistemi biologici e convenzionali‘ (Sanders et al., 2025, p. 5).
Questo evidenzia l’importanza dei tempi e della gestione nell’utilizzo dell’azoto nei sistemi biologici. Quando sovesci o colture di copertura venivano incorporati in tempi appropriati rispetto alle esigenze delle colture successive, la lisciviazione dei nitrati era minimizzata. Al contrario, quando grandi quantità di materiale vegetale ricco di azoto venivano incorporate senza sincronizzare con le richieste delle colture, le perdite per lisciviazione aumentavano. Lo studio ha anche rivelato che i sistemi biologici hanno avuto risultati particolarmente buoni in aree vulnerabili come le zone di protezione dell’acqua e le regioni con terreni sabbiosi inclini alla lisciviazione. Questo suggerisce che l’agricoltura biologica potrebbe servire come soluzione mirata in aree vulnerabili, ove la protezione della qualità dell’acqua è una priorità. […]