Maria Grazia Mammuccini, presidente di FederBio, è intervenuta con un’analisi chiara sulle esportazioni del bio italiano. L’intervento è tratto dalla rubrica “Mondo Bio” ed è pubblicato sul numero di ottobre della rivista Terra Nuova. Maria Grazia Mammuccini, presidente di FederBio, è intervenuta con un’analisi chiara sulle esportazioni del bio italiano. 

IL BIO ITALIANO E IL SUO SUCCESSO ALL’ESTERO

Le esportazioni di cibo biologico italiano vanno a gonfie vele: nell’ultimo anno le vendite di prodotti agroalimentari italiani sui mercati internazionali hanno raggiunto i 3,4 miliardi di euro, mettendo a segno una crescita del +16% rispetto all’anno precedente. I dati positivi emergono dall’ultima analisi condotta nell’ambito di ITA.BIO, la piattaforma online di dati e informazioni per l’internazionalizzazione del biologico Made in Italy curata da Nomisma e promossa da ICE Agenzia e FederBio.

Le principali destinazioni in Europa per food italiano bio sono la Germania (indicata nel complesso dal 63% delle aziende) e a seguire Francia (46%) e Benelux (34%). Per il vino a guidare è ancora il mercato tedesco (67%), seguito a brevissima distanza dai Paesi Scandinavi (61%), dove da sempre l’apprezzamento del vino bio è molto alto, e dal Benelux (59%). Al di fuori dei confini comunitari la fanno da padrone Svizzera, Stati Uniti e Regno Unito sia per il food che per il wine. La decisa crescita delle esportazioni conferma la scelta fondamentale di inserire il marchio Made in Italy bio nella legge recentemente approvata dal Parlamento. La qualità del cibo italiano, intesa anche come identità e legame con i territori attestata dalle denominazioni di origine, si sposa perfettamente con il biologico. Un prodotto che valorizza un territorio deve infatti partire da un metodo di produzione sostenibile che rispetta l’ambiente e la biodiversità. A ulteriore conferma il significativo incremento delle vendite all’estero di vino bio italiano che, con un balzo del 18%, fa registrare un tasso di crescita superiore rispetto alla media di tutti gli altri prodotti bio esportati. Il vino rappresenta un esempio eccellente di come si crei valore abbinando la denominazione di origine con il marchio biologico.

Ma lo scenario complessivo del bio presenta anche delle criticità. Non possiamo puntare tutto il nostro impegno sull’export, ma è invece necessario stimolare un investimento strategico per rilanciare anche il mercato interno che in questo momento è in maggiore difficoltà. Inoltre, in questo momento di grande criticità che vede, oltre a un aumento vertiginoso dei costi dell’energia e delle materie prime, anche una difficoltà nelle fasi di approvvigionamento e logistica, è necessario sostenere le imprese biologiche che possono portare valore aggiunto al futuro del nostro Paese.

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FONTE


TESTATA: Terra Nuova
AUTORE: Maria Grazia Mammuccini
DATA DI PUBBLICAZIONE: 11 ottobre 2022