Una scommessa vinta. Ettore Prandini, presidente della Coldiretti, rivendica la lungimiranza della scelta dell’organizzazione di puntare sul biologico quando ci credevano in pochi. E così oggi il racconto è di una storia diversa rispetto ai pochi ettari coltivati qualche anno fa, che sono diventati quasi due milioni. Ma resta ancora molta strada da percorrere per le imprese agricole impegnate sul biologico. “Una priorità – ha spiegato il presidente di Coldiretti – è l’obbligo di indicare l’origine della materia prima anche sui cibi biologici, una scelta obbligata per garantire la tutela del consumatore ed esaltare l’italianità dando così più valore aggiunto alle imprese agricole italiane.”

I numeri del report Ismea Bio in cifre 2020 scattano la fotografia di un settore in crescita sul fronte delle superfici, degli operatori (oltre 80.000), del valore della produzione (5,6 miliardi) e dei consumi che, sotto la spinta della svolta green degli italiani, favorita dall’emergenza Covid 19 hanno raggiunto la cifra record di 3,3 miliardi. La leadership dell’Italia è indiscussa, ma si avverte il pressing delle importazioni soprattutto dai Paesi extra comunitari che non rispettano i rigidi disciplinari applicati dai nostri agricoltori. I controlli che garantiscono lo stesso trattamento in tutti gli Stati membri sono fondamentali, ma è importante investire sulla formazione per comunicare alle nostre imprese le opportunità che si aprono e le possibilità di crescita sui mercati. La domanda di prodotti bio è intensa ed è dunque possibile rafforzare l’export in molti settori a partire dal vino.

La ministra Bellanova ha ricordato che è in corso una consultazione sul piano di azione Ue per il biologico, che ha l’obiettivo di arrivare al 25% della SAU coltivata. “Il biologico made in Italy – spiega la ministra – è la punta di diamante della biodiversità e abbassare l’asticella significa favorire i competitor.” Bellanova ha battuto il tasto dei controlli e ha annunciato l’impegno dell’Italia a modificare la normativa con l’introduzione del principio di conformità ed un appello ad approvare il Testo unico per dare più slancio e opportunità al settore. “L’agricoltura biologica rappresenta un tassello sempre più importante dell’agroalimentare italiano di qualità – ha affermato il direttore generale dell’Ismea, Raffaele Borriello – promuovere il ricorso a materia prima italiana certificata, riducendo i volumi delle importazioni potrà fornire uno stimolo di crescita al comparto e concorrere al raggiungimento del target del 25% di superficie investita a coltivazioni biologiche, indicato nella strategia Farm to Fork, uno dei pilastri del New Green Deal. Un’occasione – ha concluso – da non perdere, visto anche il boom di domanda di prodotto 100% italiano a cui abbiamo assistito negli ultimi anni”.

Azioni sui controlli, digitalizzazione, formazione e semplificazione sono state le questioni al centro del dibattito animato dai parlamentari della commissione Agricoltura della Camera, Maria Chiara Gadda, Susanna Cenni e della Commissione Agricoltura del Senato Francesco Battistoni e dal presidente di Federbio, Maria Grazia Mammuccini[…]

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FONTE


TESTATA: Il Punto Coldiretti
AUTORE: Redazione
DATA DI PUBBLICAZIONE: 1 ottobre 2020