Secondo una recente pubblicazione della Rete rurale nazionale, i biodistretti sono 40 e questo numero è destinato ad aumentare in vista dell’approvazione definitiva della legge sull’agricoltura biologica che ne rappresenta il riconoscimento normativo nazionale.
Il biodistretto è un’opportunità per il territorio, attraverso la quale produttori, cittadini, associazioni e amministrazioni locali stringono un’alleanza per valorizzare i prodotti biologici, promuovere l’insieme delle risorse locali, da quelle agricole, artigianali e turistiche a quelle naturali e culturali, per contribuire così allo sviluppo sostenibile delle aree rurali. L’esigenza del biodistretto nasce spesso dagli agricoltori biologici, ma coinvolge immediatamente altri soggetti e organizzazioni a partire dalle amministrazioni locali, che costituiscono uno snodo fondamentale per educare a nuove abitudini alimentari.
Nella legge in fase di approvazione ci sono possibilità importanti per i distretti biologici, come l’uso limitato dei pesticidi, divieto di impiego di diserbanti per la pulizia delle strade e delle aree pubbliche, obbligo di adottare le pratiche necessarie per impedire l’inquinamento accidentale delle coltivazioni biologiche. La legge prevede infine la semplificazione delle norme di certificazione biologica e l’approccio territoriale alla conversione.
In questi mesi di pandemia abbiamo visto in modo chiaro quanto sia importante un sistema di produzione e consumo del cibo a livello locale e i distretti biologici rappresentano anche per questo uno strumento fondamentale. […]