Gli acquisti di biologico sono cresciuti di quasi il 20% nella gdo e del 28,8% nei negozi specializzati. Pinton, Assobio: “Un riflesso al desiderio di un mondo più sostenibile”.

Nel mese di marzo, in piena emergenza corona virus, le vendite di biologico nella grande distribuzione sono aumentate del 19,6%, nei discount del 23,7% e nei piccoli supermercati di quartiere del 26,2%. Sono i dati diffusi da Assobio in collaborazione con Nielsen, secondo i quali la crescita è stata ancora maggiore nei negozi specializzati dove, da rilevazioni su un campione di circa 500 attività, si è registrato un incremento degli acquisti del 28,8%. Ne abbiamo discusso insieme a Roberto Pinton, segretario di Assobio.

Quali sono i fattori che hanno determinato quest’impennata di vendite del bio in un momento difficile come quello che stiamo vivendo?
I consumatori, certo, in momenti come questi sono più attenti alla salute, alla qualità e alla sicurezza dei prodotti che acquistano, ma io direi che si tratta anche di una risposta alla consapevolezza acquisita della profonda interconnessione tra Paesi e uomini, uomini e ambiente, ambiente e salute e dunque al desiderio di un ritorno a un mondo incontaminato, che ristabilisce rapporti più sostenibili.

Potrebbe sembrare un paradosso che in un momento in cui tante persone sono in difficoltà economiche, si acquistino prodotti bio che spesso costano di più dei prodotti standard…
Innanzitutto c’è da dire che il prezzo più elevato del biologico è giustificato, tra le altre cose, dai costi di produzione (per esempio al produttore costa di più in termini di spazi e mangimi allevare una gallina a terra che in gabbia). In secondo luogo la realtà è che in momenti come questi cambiano i paradigmi dei consumi. Le persone stanno attente a quello che spendono, ma anche al miglior rapporto qualità-prezzo. Abbiamo visto bene con l’esplosione di vendita di farina e lieviti per il pane o la pizza come il consumatore che non va al ristorante non si limiti a mangiare scatolame, ma cucini a casa e ricerchi gli ingredienti migliori.

Questo trend di crescita del biologico continuerà anche dopo l’emergenza Covid-19?
Nel 2008, durante la grande crisi economica mondiale, tutti davano il biologico per spacciato, invece da allora abbiamo registrato sempre incrementi a due cifre. Nei periodi difficili, il biologico cresce sempre per i motivi citati prima. Una volta terminata l’emergenza, alcuni consumatori magari torneranno ad acquistare i prodotti standard mentre altri, favorevolmente impressionati dai prodotti biologici, costituiranno nuove quote di consumo.

Salvo l’occasionale scarsità di uova, farine e lievito, l’impegno delle aziende biologiche è riuscito a soddisfare l’aumento della domanda?
Sì, e direi che ci sono riuscite meglio delle aziende dell’agricoltura tradizionale che invece hanno dovuto dipendere dalla fornitura, non sempre possibile, di pesticidi e mangimi. Tra gli imprenditori biologici ha sofferto di più chi ha un agriturismo o chi fa mercati, dall’altra parte abbiamo avuto la conferma da diversi produttori di un boom dell’e-commerce anche per quanto riguarda il biologico.

Negli scorsi giorni il ministro per le Politiche agricole Teresa Bellanova ha chiesto una rapida approvazione della legge sul bio in Italia. Cosa succederà invece al piano per il biologico contenuto nel green new deal europeo dopo l’emergenza?
Proprio in questi giorni ci è stato comunicato che, anche se con un ritardo sulla tabella di marcia dovuta ai problemi del momento, la Commissione europea ha intenzione di procedere secondo il cammino tracciato, escludendo di ammorbidire gli obiettivi come chiesto da qualcuno con la scusa di risollevare l’economia. L’Europa è convinta della fondatezza del nuovo corso “verde” e andrà avanti per questa strada. […]

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FONTE


TESTATA: Lifegate
AUTORE: Carlotta Garancini
DATA DI PUBBLICAZIONE: 23 Aprile 2020