Secondo il resoconto di FederBio, federazione nazionale nata con l’obiettivo di tutelare e favorire lo sviluppo di tutta la filiera dell’agricoltura biologica e biodinamica, il biologico Made in Italy è cresciuto del 5,1% come superfici coltivate, anche se molto ancora serve per allinearsi agli altri Paesi europei. Per l’anno 2020, infatti, i dati mostrano lo sviluppo del bio che, pur raggiungendo i 2,1 milioni di ettari, cresce a ritmi inferiori rispetto ai principali Paesi UE. Questa è l’analisi presentata alla trentatreesima edizione di SANA – Rivoluzione Bio 2021.
Un buon messaggio deriva anche dalla crescita del numero degli operatori del settore, che ha raggiunto le 81.731unità (+1,3%). Per quanto invece riguarda i consumi, secondo i dati dell’Osservatorio SANA, promosso da Bologna Fiere e curato da Nomisma, nel 2021 (anno terminante a luglio) i consumi interni hanno registrato una crescita del 5% rispetto all’anno precedente: 9 famiglie su 10 hanno infatti acquistato almeno un prodotto biologico nell’anno in corso. Stesso impatto positivo si riscontra nell’export che è aumentato dell’1%, vedendo l’Italia posizionata al secondo posto dopo gli Stati Uniti.
“Il biologico si conferma fondamentale per il rilancio del sistema agroalimentare italiano, anche se il tasso di crescita della SAU bio si è rivelato inferiore a quello dei maggiori Paesi UE. Crediamo che sia imprescindibile un’immediata approvazione della legge sul biologico per avere a disposizione tutti gli strumenti necessari, a partire dal Piano d’Azione, per affrontare le sfide del settore. Il biologico è essenziale per l’affermazione di un modello agricolo che rispetti l’ambiente, contribuisca a mitigare l’impatto climatico, creando inoltre nuove opportunità di occupazione, in particolare per i giovani e le donne”, ha dichiarato Maria Grazia Mammuccini, Presidente FederBio. […]