In occasione di SANA sono stati presentati i risultati dello studio FederBio – Coop Italia sostenuto da Banca Etica sul carbon footprint dell'agricoltura biologica  Un’analisi comparativa tra gli impatti ambientali derivanti da agricoltura biologica e da agricoltura convenzionale: FederBio e Coop Italia, con il supporto di Banca Etica, hanno condotto uno studio per comprendere i possibili benefici derivanti da pratiche agricole “Bio” soprattutto per quanto concerne le emissioni evitate direttamente ed indirettamente, come per esempio le lavorazioni del terreno, le tipologie di fertilizzante. I risultati dell’analisi, che devono essere letti e interpretati in relazione ai casi studio analizzati per il carattere sperimentale dello studio, sono stati presentati durante il workshop “Agricoltura Biologica e la sfida ai cambiamenti climatici” tenutosi a SANA venerdì 9 settembre. Lo studio, portato avanti da un gruppo di lavoro misto composto da Life Cycle Engineering, con competenze legate all’analisi ambientale, e da Horta con competenze di natura agronomica teorica e sperimentale è stato organizzato confrontando i due diversi approcci all’agricoltura, agricoltura biologica nelle sue varie accezioni e agricoltura di tipo tradizionale – “low input”, ovvero condotta con attenzione alla sostenibilità e industriale “high input”, ovvero mirata alla massima resa possibile – basando l’analisi su due differenti colture: il frumento, che rappresenta uno degli alimenti principali e maggiormente utilizzati nell’industria alimentare Italiana e a livello mondiale, e il pomodoro, in riferimento al quale è stata considerata sia la produzione industriale, ovvero quello destinato alla trasformazione in altri prodotti, sia la produzione di pomodoro “da tavola” intensiva in serra condotta a minor scala, artigianale. Il lavoro è stato condotto al fine di  sintetizzare gli impatti ambientali utilizzando degli indicatori specifici tra cui le emissioni di CO2 equivalente e il sequestro di carbonio nel suolo.“Si può dire che l’agricoltura biologica conforme al regolamento europeo – spiega Paolo Carnemolla, Presidente di FederBio – ha circa lo stesso livello di emissioni di CO2 dell’agricoltura convenzionale praticata in modo responsabile, avendo però molti altri pregi: tutela della biodiversità, del paesaggio, delle acque, solo per citare alcuni esempi. Dunque nel complesso il metodo biologico risulta migliore. Se inoltre il bio viene praticato con particolare attenzione alle tecniche agronomiche e in condizioni agro-ambientali ottimali ha un impatto ambientale minore anche per quanto riguarda le emissioni di CO2. Questo è solo il primo passo del lavoro svolto grazie alla collaborazione tra FederBio, Coop Italia e Banca Etica: siamo intenzionati a proseguire la collaborazione su questo tema, vista anche la partecipazione della Federazione al Tavolo italiano su Agricoltura Biologica e Cambiamenti Climatici, allargando l’analisi anche su altri fattori di impatto dell’agricoltura, l’acqua e la responsabilità sociale innanzitutto. L’esperienza vissuta con questo primo studio ci ha permesso di capire che il lavoro da fare è notevole, sia sul piano del metodo di analisi che sulle banche dati relative ai mezzi tecnici e alle tecniche colturali al fine di tenere nella più corretta considerazione le peculiarità del bio e raggiungere risultati sempre più concreti e assoluti. ”. “Per Coop la salvaguardia dell’ambiente è una impegno prioritario, in linea con la Mission aziendale nel quadro delle attività volte a difendere i diritti dei soci consumatori. – aggiunge Claudio Mazzini, Responsabile Sostenibilità Innovazione e Valori di Coop Italia –  Da oltre 25 anni Coop è impegnata per la tutela dell’ambiente; ma il vero cambiamento è  quello di far entrare  la sostenibilità nella governance della nostra azienda proprio perché riteniamo che il ruolo e il  peso che la “sostenibilità” avrà o dovrà avere nel prossimo futuro sarà sempre più di tipo strategico, anche in relazione agli scenari nazionali ed internazionali che pongono la questione ambientale con urgenza al centro delle dinamiche dello sviluppo economico.La tutela dell'ambiente è alla base della sicurezza alimentare e della salute delle persone; salvaguardare l'ambiente non vuol dire solo piantare più alberi e tenere puliti i mari, significa anche garantire benessere e qualità della vita a noi tutti e alle generazioni future”.