Bologna, 14 marzo 2011 – Applicare la metodologia già definita nel progetto di ricerca Biodistrict alla realtà nazionale, al fine di identificare i territori che presentino quelle caratteristiche socio economiche ed ambientali tali da eleggerli a potenziali distretti biologici: questo l’obiettivo del progetto BIOREG, promosso e finanziato dal Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali e sviluppato e coordinato dall’Università della Tuscia, in collaborazione con Igeam DD by Altran  ed EcoGlobe, i cui risultati sono stati presentati venerdì 11 marzo durante il Workshop “Il progetto BIOREG: obiettivi e risultati” tenutosi presso la Sala Nassirya del Comando Carabinieri delle Politiche Agricole ed Alimentari di Roma. Per individuare le peculiarità dei diversi territori e per diffondere il modello di distretto biologico una fase fondamentale del progetto BIOREG, avviato nel 2009, è stata la sensibilizzazione, l’informazione, la formazione, la consulenza, e l’assistenza tecnica agli operatori, alle imprese e agli Enti Locali attraverso l’organizzazione di processi partecipativi per la condivisione delle scelte. Un caso concreto di un modello partecipativo già sperimentato si trova nella regione Lazio ed è stato ampliato alle aree regionali oggetto di studio nel progetto, cioè Marche, Piemonte e Sicilia.Il progetto BIOREG, nel concreto, ha l’obiettivo di aumentare la quota di mercato nel settore del biologico e di sviluppare sinergie tra aspetti complementari in grado di far aumentare la percezione del valore, della qualità e della sicurezza del prodotto nel consumatore, creando, in questo modo, il ricercato connubio tra biologico, tipico ed ecologico. Introducendo infatti il concetto di distretto biologico si aspira a creare produzioni agricole coerenti con le vocazioni naturali del territorio e con le tradizioni locali e a tessere un’integrazione tra attività rurali e altre attività locali.“I distretti biologici sono un modello di sviluppo e di organizzazione territoriale sul quale FederBio vuole lavorare. – commenta Paolo Carnemolla, Presidente della Federazione Italiana Agricoltura Biologica e Biodinamica – Le vere potenzialità di questo modello di sviluppo derivano dalle relazioni tra i diversi settori produttivi, dall’agricoltura al turismo per esempio, che se ben sviluppate sono un vero motore di crescita economica e sociale per il territorio. BIOREG è quindi un ulteriore passo avanti verso l’applicazione più ampia di un modello che permette di superare il concetto di singola azienda biologica intesa come unità produttiva isolata dal resto e che invece permette di avvicinarsi alla creazione di un vero e proprio sistema sinergico che contribuisce a migliorare le possibilità di organizzazione della vendita dei prodotti, dell’acquisto dei mezzi di produzione e di controllo ambientale su un dato territorio, e va quindi a ridurre i costi di ciascuna azienda migliorandone la redditività. In vista della ripresa dei lavori sulla PAC e sui Piano di Sviluppo Rurale il modello del distretto biologico è sicuramente da riconsiderare e da promuovere per uno sviluppo vero e positivo del comparto”. Per ulteriori informazioni sul progetto: www.distrettibiologici.it