Il biologico cresce, nonostante la pandemia. A guidarlo è la percezione che i consumatori hanno dello stretto legame con la salute personale e del pianeta. Le vendite e l’export bio in Italia negli ultimi dieci anni sono passate da 3.375 miliardi di euro a 7.480 miliardi. I supermercati sono saliti dal 31 al 56%, i negozi sono scesi dal 53 al 26%. Sono gli ultimi dati del rapporto Focus Bio BankSupermercati & Specializzati 2021 sulla dinamica dei due canali distributivi chiave del biologico.

La Gdo punta sul biologico

L’offerta bio a marchio nella grande distribuzione ha mantenuto negli anni un costante trend di crescita.  Il bio resta strategico anche nelle politiche dichiarate per il prossimo triennio. Ad esempio, Coop (che si conferma leader con 950 referenze) punta a mantenere la leadership: tra la Gdo per le vendite bio registra un 5% del fatturato. Per quanto riguarda i punti vendita al primo posto troviamo Végé (3.400) e per il fatturato Conad (15,9 miliardi di euro). Scende invece il numero di negozi dedicati al biologico, arrivati a quota 1.291 nel 2020, in calo da tre anni consecutivi (-10% in totale). A chiudere non sono i piccoli negozi, ma quelli grandi e intermedi. Il rapporto parla di una razionalizzazione della rete. Stabile invece la distribuzione territoriale con il 58% dei negozi al Nord, il 22% al Centro e il restante 20% al Sud.

Come si distinguono i prodotti del biologico sugli scaffali?

È la foglia l’immagine più ricorrente nel marchio private label, seguita da altri elementi naturali come l’albero o il sole. Il colore identitario è il verde. Unica eccezione l’azzurro di Esselunga Bio. Dal punto di vista grafico ci sono approcci diversi. Vivi Verde Coop, che comprende nella gamma alimenti e cosmesi, mette al centro lo stile di vita. Conad, con Verso natura Conad, declina l’offerta in 4 linee i base a target e bisogni specifici. Ci sono poi altre modalità di evidenziazione legate alle marche convenzionali, come Eurospin che mette in primo piano il cuore di Amo Essere con la specifica Biologico abbinato ad altre marche della catena oppure Lidl dove il logo Bio Organica è co-protagonista con la marca.

Il commercio equo sugli scaffali

Nel 2020 restano 8 le catene della Gdo con prodotti equosolidali nelle proprie marche. Un assortimento consolidato che conta su 100 referenze, con una media di 13 a catena. In cinque anni, dall’inizio del censimento Bio Bank le catene sono passate da 6 a 8 e le referenze e da 66 a 100. Il futuro del commercio equosolidale è nel sud del mondo con milioni di piccoli produttori. In Italia con i pionieri del biologico, le cooperative che lavorano sui terreni confiscati alle mafie, quelle del caporalato free e le realtà dell’economia sociale e carceraria.

Come avanza la cosmesi naturale e biologica sugli scaffali?

Nel 2020 sono state 13 le catene con proprie marche di cosmesi naturale o biologica certificata. Nel 2017 erano 8. Anche le referenze sono aumentate (da 135 nel 2017 a 766 nel 2020). In generale gli assortimenti sono tutti confermati e in crescita. Unes entra ex novo con una linea di 5 referenze baby, mentre per In’s si amplia la gamma da 1 a 8 prodotti. Rebranding per Eurospin, che abbina la cosmesi bio certificata fior di Magnolia al marchio ombrello Amo Essere con la specifica Eco. […]

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FONTE


TESTATA: Help CONSUMATORI
AUTORE: Silvia Biasotto
DATA DI PUBBLICAZIONE: 17 Gennaio 2022