Nelle scorse settimane è apparsa in tutta la sua evidenza la crisi della cerealicoltura convenzionale, con una produzione non organizzata e logisticamente impreparata che lamenta speculazioni sui prezzi e l’impossibilità di continuare a coltivare frumento. In tale contesto le produzioni biologiche si differenziano ancora una volta, con prezzi alla produzione più soddisfacenti e un mercato che sta investendo sempre più sulla tracciabilità e sulla distintività delle filiere. C’è però il rischio che il crollo dei prezzi del prodotto convenzionale trascini al ribasso anche le quotazioni del grano biologico, e che operatori convenzionali disperati e spregiudicati tentino frodi, già scoperte e disarticolate in passato. Per questo motivo FederBio, la federazione del settore biologico e biodinamico nazionale, già dallo scorso maggio ha attivato un Piano d’azione per il rafforzamento del sistema di certificazione che prevede precise azioni specifiche anche per la filiera cereali bio e in collaborazione con AssoBio, l’associazione delle imprese di trasformazione e distribuzione bio socia della federazione, intende presidiare anche il versante prezzi.
“Il sistema di certificazione del settore bio per iniziativa di ACCREDIA e FederBio a partire dai raccolti 2016 sta utilizzando una piattaforma di tracciabilità informatica delle produzioni e transazioni a sistema, unica nell’UE, che da mesi attende di essere approvata anche dal MiPAAF affinché venga estesa a tutti gli operatori del comparto - dichiara il Presidente di FederBio Paolo Carnemolla – Seguiamo inoltre con particolare attenzione l’adeguamento delle procedure degli organismi di certificazione a un contesto di rischio più elevato e abbiamo supportato l’intervento recente dell’Ente unico nazionale di accreditamento ACCREDIA per uniformare e migliore le procedure di controllo affinché gli operatori che acquistano prodotti biologici per trasformarli siano intransigenti nel verificare i propri fornitori, continuando a offrire la garanzia per i consumatori, la tracciabilità e la trasparenza che devono essere impegni di tutti i protagonisti del mercato”.
“Dobbiamo evitare che i prezzi troppo bassi e ingiusti del grano convenzionale vengano utilizzati come pretesto per abbassare anche quelli del prodotto biologico, senza tenere conto dei costi di produzione e di un mercato che chiede sempre più prodotto bio - afferma il Presidente di AssoBio Roberto Zanoni – Purtroppo l’organizzazione attuale delle borse merci e l’assenza di un organismo interprofessionale di settore rendono troppo variabile e non regolato l’andamento dei prezzi di acquisto delle materie prime. Per questo motivo AssoBio, che associa i principali operatori nazionali della trasformazione e distribuzione ha deciso di aprire la propria base sociale anche alla GDO e di attivare un monitoraggio sui contratti di acquisto dei propri associati affinché vi sia un comportamento uniforme nel riconoscere il giusto prezzo ai produttori”.