Un documento che arriva dalla Francia, il rapporto Les performances économiques et environnementales de l’agroécologiedi France Stratégie, evidenzia che in agricoltura la chimica di sintesi non sarebbe insostituibile. Le conclusioni dei ricercatori si basano sulla revisione della letteratura scientifica e su 23 parametri di riferimento rilevanti in agroecologia. Il rapporto evidenzia che la produzione biologica permetterebbe a un imprenditore agricolo di migliorare il suo reddito del 25% (oltre tutto senza considerare eventuali sussidi governativi nell’ambito della politica agricola comunitaria). Grazie all’eliminazione di prodotti che impattano su suolo, acque, insetti utili e fauna selvatica, verrebbe aumentato il valore di beni pubblici come la biodiversità e le risorse naturali.

«Le evidenze scientifiche mostrano al di là di ogni dubbio che quella dell’agricoltura biologica non è una scelta romantica, ma una precisa e ineludibile necessità dal punto di vista ambientale e un’eccezionale opportunità da quello economico che, non a caso, la Commissione europea e i governi di Paesi nostri concorrenti sono fortemente determinati a promuovere -commenta Roberto Zanoni, presidente di Assobio-. Il nostro Paese, che punta molte delle sue carte proprio sull’ambiente, è tra i leader mondiali del settore. È necessario che le organizzazioni degli agricoltori convenzionali non dilapidino la grande opportunità a portata di mano dei produttori, e che promuovano un grande progetto di riconversione. Ma è necessario che anche la politica faccia la sua parte, come avviene all’estero. Cominciando, magari, con l’OK definitivo sulla legge nazionale che, dopo esser stata approvata quasi all’unanimità dalla Camera nel dicembre 2018, da allora è impantanata al Senato». […]

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FONTE


TESTATA: Terra è Vita
AUTORE: Alessandra Maresca
DATA DI PUBBLICAZIONE: 3 settembre 2020