I report confermano lo stato di ottima salute del settore in Italia, tra i principali esportatori al mondo. Ma l’inflazione ha frenato le vendite e nel 2022 nel mercato interno è cresciuto solo il settore discount. FederBio: “Si acceleri sulle politiche a sostegno dei consumi biologici”

Come l’Italia, nessuno in Europa ha una coltivazione bio così estesa. Leader nell’esportazione, dopo un periodo pandemico particolarmente florido per le vendite, gli effetti della guerra hanno avuto un contraccolpo anche nel settore. I report confermano un buon stato di salute nonostante i cali nelle vendite, ma per i produttori appare chiaro adesso che la vera sfida è appena stata lanciata: riuscire ad abbassare i prezzi. Un prodotto bio costa in media il 47% in più rispetto agli alimenti ordinari. In periodo di aumento generale dei costi, in cui le spese si fanno più oculate, una famiglia potrebbe essere meno predisposta a spendere ad esempio 3 euro per un chilo d’arance, anziché 2.

“L’Europa ha chiesto che entro il 2030 il 25% delle coltivazioni dei paesi sia bio. A fronte di una attuale media europea del 9%, in Italia già 17,4 % delle coltivazioni è bio e quindi punta a raggiungere quota 25 già nel 2027. Abbiamo una leadership nel settore a livello mondiale e siamo i maggiori esportatori di prodotto bio”, commenta ad HuffPost Maria Grazia Mammuccini, presidente di FederBio, “I dati del 2022 rispetto al 2021 portano una sostanziale stabilità nel mercato interno rispetto alla distribuzione, l’unico settore cresciuto è stato quello del discount. Questa la dice molto su quanto la difficoltà del potere d’acquisto incida sulle decisioni di una famiglia”.

Per Mammuccini, le vie da percorrere sono due: bisogna a riuscire a creare filiere a un giusto prezzo, evitando passaggi inutili ed eccessi di ricarichi, e serve un cambiamento normativo: “I costi delle certificazioni sono a carico delle aziende. Assurdo che chi produce in maniera più rispettosa dell’ambiente debba pagare un prezzo più alto: chiediamo di portare il costo del bio a credito d’imposta. Stiamo spingendo anche sulla fiscalità ambientale: i metodi produttivi a favore dell ambiente dovrebbe avere un regime fiscale agevolato, bisogna abbassare l’Iva”. […]

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FONTE


TESTATA: HuffPost
AUTORE: Silvia Renda
DATA DI PUBBLICAZIONE: 2 marzo 2023