Bologna, 28 febbraio 2011 – Una ricerca quantitativa che fa luce sul mondo dei produttori biologici, per comprendere meglio le loro caratteristiche, per rilevare le loro aspettative nei confronti di una realtà interprofessionale come FederBio e per definire le azioni prioritarie di cui la Federazione dovrebbe essere portatrice: queste le finalità della ricerca “FederBio e l’ascolto dei produttori biologici: caratteristiche, criticità, attese” realizzata da ISPO, Istituto per gli Studi di Pubblica Opinione. “FederBio, unica organizzazione interprofessionale del biologico italiano – dichiara Paolo Carnemolla, Presidente di FederBio – vuole consolidare un rapporto concreto con il mondo dei produttori biologici. La prima Assemblea Nazionale dei Produttori Biologici  che si è tenuta a Milano l’8 e il 9 febbraio, che ha visto più di 200 produttori presenti, e il percorso delle numerose Assemblee Regionali che si sono tenute su tutto il territorio italiano ci ha permesso di entrare in diretto contatto con il mondo dei produttori e di creare un dialogo per evidenziare le opportunità esistenti e le azioni da intraprendere. Abbiamo inoltre ritenuto necessario realizzare una ricerca sul primo anello della filiera per intraprendere azioni più dirette e mirate, volte a migliorare la posizione della produzione biologica italiana e conseguentemente a dare più equilibrio all’intero comparto. Grazie alla ricerca abbiamo una visione più completa di ciò che i produttori si aspettano dalla Federazione e quindi abbiamo la possibilità di fornire risposte più immediate”.Dice Renato Mannheimer, Presidente ISPO: “Con la ricerca siamo venuti in contatto con il  mondo dei produttori bio. Si tratta soprattutto di piccoli e medi produttori, altamente coinvolti in quello che fanno, potremmo proprio dire degli “appassionati”. Ed è interessante, a mio avviso, anche  l’alta percentuale di imprenditoria femminile e di laureati che li contraddistingue. Da qui forse non a caso arriva trasversalmente una forte richiesta di promuovere una maggiore conoscenza tra i consumatori di che cosa significhi veramente produrre e consumare un prodotto bio, diffondendo anche presso il grande pubblico il valore e la cultura che stanno dietro al biologico. C’è anche voglia di organizzazione tra i produttori, un elemento deducibile sia dall’alta propensione all’associazionismo che dalla voglia di avere una rappresentanza anche “unitaria” per il settore, e in tal senso conferendo un ruolo di primo piano proprio a Federbio”. I PRODUTTORI BIOLOGICI ITALIANILa ricerca, realizzata su un campione di 400 produttori (94% solo produttori e 6% produttori e trasformatori) rappresentativi di tutte le aree geografiche italiane, ha innanzitutto permesso di tracciare l’identikit dei produttori bio italiani. La maggioranza dei produttori (8 su 10) non svolge altre attività oltre alla produzione/trasformazione, soprattutto i produttori più giovani e quelli più anziani, che operano nel sud o nelle Isole e coloro che si rivolgono principalmente al mercato convenzionale. Tra chi diversifica le attività (2 su 10), quella più esercitata congiuntamente alla produzione è l’agriturismo (1 su 10). Il principale mercato di riferimento è quello biologico (4 su 10 operatori) più utilizzato dai produttori del nord-ovest e del centro Italia, ma resta importante il “peso” del mercato convenzionale più spesso indicato dai produttori anziani e da coloro che risiedono nel Sud Italia: 3 su 10 lo utilizzano in modo quasi esclusivo mentre 3 su 10 –  prevalentemente produttori che risiedono nel centro Italia e i più giovani e chi ha aziende di grandi dimensioni – in “condivisione” bilanciata con quello biologicoLa modalità di vendita più in voga è quella diretta: 6 su 10 operatori la praticano e più nel dettaglio nel nord ovest e nel centro 7 su 10; sono minoritarie le quote di chi utilizza GAS e E-commerce e il canale della grande distribuzione è utilizzato soprattutto da chi ha aziende grandi (3 su 10).Poco meno della metà (4 produttori su 10) si dichiara socio di un’associazione di produttori bio. La propensione ad associarsi è più elevata tra chi ha come riferimento il mercato biologico in modo esclusivo o a pari merito con il convenzionale: 5 su 10. Maggiore propensione all’associazionismo si registe nel Nord e soprattutto nel centro Italia e tra i non associati si registra un’alta area di potenziali futuri associati, pari a circa il 58% degli stessi, con punte soprattutto al Sud dove si registra il tasso più basso di associati. LE CRITICITA’ DEL SETTORE BIOVarie sono le criticità che i produttori intervistati ha segnalato per il settore. Le principali sembrano essere la bassa redditività – costi di produzione troppo alti rispetto ai ricavi – e il peso della burocrazia (indicati da quasi  4 su 10). A seguire i produttori intervistati hanno evidenziato la scarsa consapevolezza dei consumatori  rispetto ai prodotti bio e l’eccessivo divario tra il prezzo del prodotto riconosciuto al produttore e il prezzo pagato dal consumatore finale (3 su 10). Interessanti, a livello di criticità segnalate, le differenze tra i produttori per area geografiche  (nel nord-est alte le indicazioni per bassa redditività e divario prezzo produttore-consumatore; nel centro Italia per peso burocrazie e scarsa consapevolezza dei consumatori, nelle Isole di nuovo per divario prezzo produttore-consumatore)  e mercato di riferimento  (in particolare la concorrenza sleale è segnalata da chi usufruisce in prevalenza del mercato biologico). ATTEGGIAMENTO E ATTESE VERSO FEDERBIOTutte le attività che Federbio svolge o ha intenzione di realizzare a breve sono percepite come importanti dai produttori. In particolare l’offerta di servizi per l’internazionalizzazione/made in Italy e gli accordi di settore sono apprezzati dalla quasi totalità dei rispondenti. Sette su dieci reputano importante la Prima Assemblea Nazionale dei Produttori biologici. Le donne produttrici attribuiscono più importanza rispetto agli uomini alla promozione di standard comuni e ai progetti di ricerca per promuovere innovazione e sperimentazione (9 su 10). Tra giovani, laureati e tra coloro che operano nel nord-ovest o nelle Isole è più alto l’interesse  per la costruzione di un portale del mondo bio (9 su 10). Rispetto alle aspettative per il futuro prossimo, un’azione su più livelli è auspicata per FederBio con una particolare attenzione alla sensibilizzazione dei consumatori  sul tema dell’agricoltura biologica e dei suoi prodotti: è una priorità per 5 produttori su 10. A seguire proporre al legislatore norme per il settore e tutelare le basi comuni del biologico italiano a livello nazionale ed internazionale: le indicano 4 su 10. Ma anche azione politica e legale per sostenere il settore nell’ambito dei piani di sviluppo rurale regionali e stipulare/promuovere accordi di filiera: prioritari per 3 su 10.Rispetto al ruolo di rappresentanza dell’intero comparto della produzione biologica l’esistenza di una federazione come Federbio è richiesta dalla quasi totalità degli operatori. Seppure con sfumature diverse: 4 su 10 la ritengono fondamentale o importante; 5 su 10 utile.