24/04/2017 – ll biologico continua a correre e sta diventando la dieta ideale per le piccole e medie imprese. La domanda bio sta crescendo a doppia cifra soprattutto per effetto della spinta della grande distribuzione. «Ha compreso la potenzialità del biologico — spiega Paolo Carnemolla, presidente di FederBio —. Si tratta di un driver eccezionale soprattutto per le piccole e medie imprese che forniscono i prodotti a marchio e che quindi hanno una corsia preferenziale di accesso gratuito e veloce. Non a caso nell’ultimo anno c’è stato un incremento del 20 per cento del fatturato biologico solo grazie al canale della grande distribuzione organizzata».

LA CRESCITA
Una polarizzazione che sta creando una sorta di doppia velocità tra le aziende di settore: quelle che lavorano con la private label crescono a doppia cifra, chi si affida ai canali specializzati comincia a rallentare.
«Era inevitabile — concorda il presidente di FederBio — dal momento in cui le grandi catene di distribuzione hanno capito che i consumatori sono disposti a spendere qualcosa in più pur di avere i prodotti bio, hanno scatenato la loro potenza di fuoco e si sono messe a caccia dei fornitori migliori per le loro marche private. Ma il settore non si presta a riconversioni radicali: le medie aziende agricole che non sono nate col bio possono dedicare una parte dei loro campi alle coltivazioni senza chimica e virare verso il nuovo business. Invece le piccole devono essere nate con vocazione biologica, altrimenti è difficile potersi riconvertire a quel tipo di filiera». Il vino rappresenta forse il prodotto simbolo di questo successo di mercato: in Italia nel 2016 le vendite di vino bio hanno raggiunto 11,5 milioni di euro nella sola Gdo, registrando un +51% rispetto al 2015. «Un italiano su quattro ormai consuma vino biologico — conferma Carnemolla —. A fronte dell’incremento della qualità del vino sempre più produttori vitivinicoli optano per l’alternativa biologica. Una scelta che si traduce nello sviluppo a tripla cifra della viticoltura, cresciuta del +295% in Europa e del +280% nel mondo, nel periodo 2004-2015 . Il nostro paese è leader per incidenza sul totale della vite coltivata (l’11,9% è bio), seguita da Austria con l’11,7% e Spagna con il 10,2%. Fino a poco tempo fa si negava che potesse esistere il vino bio. Ora cresce, grazie a cantine serie che si impegnano con un approccio serio. È un settore virtuoso destinato a crescere ancora nei prossimi anni».

IL CONTROLLO
Ma la crescita del biologico, in tutti i settori, è stata accompagnata anche a casi di frode che rischiano di indebolire la credibilità del settore e la fiducia del consumatore. FederBio da alcuni anni, in collaborazione con Intact e Organic Services, ha avviato un progetto informatico per la lotta contro le frodi.
«Il progetto è integrato con Databio, il database obbligatorio per tutte le aziende biologiche italiane, che contiene i dati sulle superfici coltivate, sulle quantità potenzialmente producibili e i documenti di certificazione. Al momento organismi di controllo si occupano del mercato delle granaglie italiane per mangimi e alimenti ma è pronta una piattaforma di controllo anche per l’olio d’oliva e poi toccherà ai pomodori. Se il ministero delle Politiche agricole adotterà questo sistema, sarà la svolta per tutto il sistema di certificazione: un vantaggio per produttori e consumatori».

Fonte: Corriere della Sera.