Dust bowl. Negli anni trenta, in quell’area di pianura degli Stati Uniti in cui per anni si è coltivato e sfruttato il suolo con la nuova agricoltura chimica “come se non ci fosse un domani”, oltre 300 episodi di tempeste di sabbia resero evidente un caposaldo dell’agricoltura (da sempre conosciuto): la produzione di cibo non può prescindere dalla fertilità del suolo, che si mantiene con la rotazione delle colture e con l’aumento della sostanza organica stabile (humus) nell’orizzonte coltivato.

L’indiscriminato sfruttamento del suolo con l’agricoltura intensiva, ha ridotto questa risorsa ad un substrato sterile, sul quale si interviene con sementi performanti (quando non OGM), pesticidi e fertilizzanti di sintesi per ottenere il raccolto previsto.

  • Primo risultatoscomparsa della fauna terricola.
  • Secondo risultatodiminuzione drastica della sostanza organica.

Oggi basta chiedere ad un operatore agro-meccanico (meglio noto come contoterzista) che abbia almeno superato la soglia della pensione per sentirsi dire che, rispetto a 30 anni fa, la potenza necessaria per arare lo stesso campo è – come minimo – triplicata, ma forse anche peggio. E questo non è altro che il risultato del continuo sfruttamento del suolo agrario con colture sempre uguali o con rotazioni striminzite. […]

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TESTATA: Ruminantia
AUTORE: Paolo Di Francesco
DATA DI PUBBLICAZIONE: 10 aprile 2024