Un percorso di formazione che punta a favorire la transizione agroecologica dell’agricoltura e a supportare i processi di innovazione delle aziende agricole, attraverso la formazione qualificata e innovativa di nuovi giovani agricoltori. Si è concluso dopo 24 mesi Startup Bio, programma di formazione cofinanziato dalla Commissione europea avviato nel 2019 con l’obiettivo di creare occupazione favorita dalla transizione agroecologica.

Ha formato una classe di nuovi giovani agricoltori, dando loro la possibilità di valutare e avvicinare startup legate ad aziende agricole bio già attive, e ha affiancato e supportato anche imprenditori agricoli che intendono convertire i propri sistemi di produzione, passando dall’agricoltura convenzionale a quella biologica. I due corsi, il modulo base e il modulo avanzato, hanno visto la partecipazione di 697 studenti, il doppio dei 320 attesi. L’Incubatore virtuale – pensato per dare l’opportunità a dieci partecipanti di essere supportati alla costituzione di una propria impresa bio – ha ammesso 18 aspiranti imprenditori del settore, provenienti dai Paesi coinvolti. Frutto di una partnership tra FederBio Servizi e Centoform, Erasmus+ Startup Bio ha visto infatti il coinvolgimento di partner internazionali provenienti da Spagna, Grecia, Portogallo e di Fibl Europe, con sede a Bruxelles.

I partecipanti sono stati formati su diversi aspetti chiave per lavorare in un‘impresa biologica di successo: dai modelli di business agli aspetti finanziari, l’identificazione del terreno agricolo adatto, lo sviluppo e il marketing del prodotto, nozioni su tassazione e leadership. Durante il programma sono stati supportati nello sviluppo delle loro idea da esperti e scienziati del settore. Oltre alla formazione, preparazione e consapevolezza acquisita, le ricadute per coloro che hanno preso parte al progetto potranno essere misurate su più livelli, arrivando anche ai loro partner e agli stakeholder della filiera. E passano da iniziative che diano il via alla riconversione professionale e al miglioramento dello stile di vita dei giovani agricoltori, che verranno poi supportati nella redditività dell’impresa agricola.

Più in generale, la diffusione di tecniche e conoscenze di coltivazione può portare all’avvio di nuove imprese, all’innovazione delle metodologie, all’attivazione di reti locali multistakeholder a supporto dello sviluppo di progettualità e politiche volte a sostenere lo sviluppo locale e l’innovazione del settore primario. Altra conseguenza è il rafforzamento dell’identità rurale dei Paesi dell’area mediterranea attraverso la diffusione della bioagricoltura. […]

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FONTE


TESTATA: La Repubblica
AUTORE: Caterina Maconi
DATA DI PUBBLICAZIONE: 3 Novembre 2021